Coppia trovata morta in casa, il drammatico addio di due anziani

Omicidio-suicidio in via Filiberto. La donna era malata di Alzheimer

CHOC Sopra, gli investigatori sul balcone dell’appartamento del quinto piano dove è avvenuta la tragedia; a sinistra, vicini e conoscenti dietro il portone d’accesso  al palazzo; a destra, l’edificio di via Emanuele Filiberto  (Newpress)

CHOC Sopra, gli investigatori sul balcone dell’appartamento del quinto piano dove è avvenuta la tragedia; a sinistra, vicini e conoscenti dietro il portone d’accesso al palazzo; a destra, l’edificio di via Emanuele Filiberto (Newpress)

Milano, 5 dicembre 2016 - La casa era in perfetto ordine. La porta chiusa dall’interno. In camera da letto c’erano i due coniugi R. B. e B. C.: composti, uno di fianco all’altro, come se stessero dormendo. Invece erano morti, forse da diverse ore. Insieme nell’ultimo passo. Hanno deciso di farla finita in quello che ha tutti i contorni di un omicidio-suicidio.

Secondo la prima ricostruzione degli agenti delle volanti, coordinati dalla dirigente Maria Josè Falcicchia, il marito, pensionato di 82 anni con un passato da rappresentante, avrebbe sparato alla moglie, di tre anni più anziana, con la pistola regolarmente detenuta alla testa e al cuore e poi avrebbe rivolto l’arma contro di sé, alla pancia e dietro l’orecchio destro. I due sono stati ritrovati vestiti di tutto punto: la donna, in particolare, aveva un mazzo di fiori tra le mani, un foulard a cingerle la fronte, un angelo di plastica sul torace e un crocifisso adagiato sull’addome. Un gesto disperato per chiudere un’esistenza che negli ultimi anni si era fatta complicata anziché no.

Di recente, raccontano i condomini dello stabile signorile al civico 11 di via Emanuele Filiberto, una traversa di corso Sempione, R.e B. si erano trasferiti in Toscana a casa del figlio, che probabilmente voleva star loro il più vicino possibile. Giovedì scorso, però, la coppia ha fatto ritorno nell’abitazione storica, come riferito ai poliziotti da alcuni residenti; e sabato uno di loro ha visto per l’ultima volta vivo l’ottantaduenne, gentilissimo e cordiale come di consueto ma descritto da chi l’ha incrociato sulle scale d’ingresso come molto provato. Pativa in silenzio per la grave malattia della moglie, fiaccata e debilitata dall’Alzheimer. E probabilmente, in un momento di lucidità, la donna avrà condiviso con il compagno di una vita la scelta di suicidarsi, magari anche pensando a quell’unico figlio e alle sofferenze che pure lui stava giocoforza passando.

Sono stati proprio i vicini, ieri pomeriggio poco prima delle 18, ad allertare il 118 e i vigili del fuoco, allarmati dal fatto di non averli visti nelle ultime ore. E i loro timori si sono purtroppo rivelati fondati. A loro volta, sanitari e pompieri hanno chiamato la centrale operativa della Questura, che ha inviato sul posto cinque volanti e gli esperti della Scientifica per i rilievi del caso; inutile dire che per i due non c’era più nulla da fare. Sul posto pure il medico legale, inviato dal pm di turno per chiarire le cause dei decessi. In realtà, c’era davvero poco da chiarire: i due hanno fatto tutto da soli. Resta soltanto da capire quando è andata in scena la tragedia familiare, visto che nessuno dei residenti avrebbe sentito i quattro spari.

nicola.palma@ilgiorno.net

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