Milano, 4 settembre 2024 – La confessione è durata circa mezz’ora, faccia a faccia con il cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, don Claudio Burgio. Commozione, lacrime di chi è consapevole che non potrà più tornare indietro e ha sentito il desiderio di aprire il suo cuore. E, al termine dell’incontro, una frase che Riccardo C., il 17enne che ha ucciso il fratellino e i genitori a Paderno Dugnano, ha rivolto al sacerdote: "Tu sei quello di ’non esistono ragazzi cattivi’", riferendosi al titolo del libro in cui don Burgio racconta la sua esperienza da educatore, fondatore delle comunità Kayròs, al fianco di minori in difficoltà.
«Mi ha stupito – racconta il sacerdote – forse ne aveva sentito parlare a scuola. Ho trovato un ragazzo fragile, chiaramente provato e frastornato ma molto lucido e in grado di comunicare, con un dolore profondo dentro di sé. Penso che non riesca neanche lui a darsi una spiegazione per quello che è successo. Dopo la confessione abbiamo avuto un breve colloquio, abbiamo avviato un dialogo, senza forzare la mano e affrettare i tempi". Una ricerca di conforto da parte del giovane, che pur avendo frequentato l’oratorio probabilmente non si confessava più da anni.
Nei prossimi giorni, Riccardo C. potrebbe incontrare anche i nonni, che hanno espresso la volontà di stargli vicino nonostante quello che ha fatto, forse nella speranza di poter avviare un percorso di recupero. È stato lo stesso ragazzo a chiedere la visita, che eventualmente potrà essere fissata dopo l’udienza di convalida, quando dal centro di prima accoglienza verrà trasferito all’interno del carcere minorile Beccaria di Milano: dovrà ambientarsi in un istituto con problemi di sovraffollamento e di violenze, periodicamente al centro di disordini, dove un ragazzo come lui, che finora non ha mai avuto problemi con la giustizia e non proviene da un contesto di microcriminalità, potrebbe non avere vita facile.
Ieri ha incontrato educatori, psicologi e il suo difensore, l’avvocato Amedeo Rizza. Nel pomeriggio il nuovo interrogatorio davanti alla procuratrice facente funzione per i minorenni, Sabrina Ditaranto. Una giornata che ha visto, quindi, anche il momento toccante della confessione con don Burgio, chiesta dal ragazzo. "In vent’anni ho incontrato tantissimi minorenni che hanno commesso reati o hanno un vissuto difficile – spiega il sacerdote – ma questo caso è diverso, mi ha lasciato attonito, pieno di domande che forse non troveranno mai una risposta. Farò di tutto per stargli vicino, per seguirlo nel percorso che si troverà davanti, di rispondere a un bisogno di ascolto e di conforto".
"Non esistono ragazzi cattivi" è il motto di don Claudio: lo ha messo anche nel suo profilo WhatsApp, ed è anche il titolo di un libro, pubblicato nel 2015 con la prefazione di don Gino Rigoldi, in cui ha raccontato la sua esperienza di educatore al Beccaria tra crisi e rinascite. Ragazzi come Riccardo C., che avrebbe espresso il suo pentimento per aver strappato tre vite. E la consapevolezza che sarà impossibile far tornare indietro le lancette dell’orologio.