Giustiziato a 18 anni a colpi di pistola: altri due arresti per l’omicidio di Jhonny Sulejmanovic

Il giovane era stato ucciso in via Varsavia a Milano da un commando di sei persone a fine aprile. Solo un membro del gruppo risulta ancora irreperibile, tre erano stati arrestati a giugno

Jhonny Sulejmanovic. A destra, rilievi sul luogo dell'omicidio

Jhonny Sulejmanovic. A destra, rilievi sul luogo dell'omicidio

Dopo una fuga di alcuni mesi, sono stati arrestati altri due uomini del commando che nella notte del 26 aprile avrebbe ucciso in un agguato in via Varsavia a Milano Jhonny Sulejmanovic, ragazzo di 18 anni di origine bosniaca e di etnia rom. Di sei componenti del gruppo individuati dagli investigatori, tre erano stati arrestati a giugno, due sono quelli arrestati oggi, 13 settembre, mentre l’ultimo risulta tuttora irreperibile

Tutti loro risultano gravemente indiziati: erano arrivati in via Varsavia a bordo di Seat di colore nero, avevano assaltato il furgone dove dormiva la vittima con la moglie, infrangendo i vetri con delle mazze di ferro, per poi trascinare Sulejmanovic fuori dal veicolo e freddarlo con almeno tre colpi d’arma da fuoco. Prima di allontanarsi, avevano sparato ulteriori colpi a scopo intimidatorio verso i familiari della vittima, accorsi sul posto nel tentativo di fermare il raid punitivo.

I tre membri arrestati a giugno sono il trentatreenne Roberto Ahmetovic, colui che avrebbe avuto la prima violenta discussione con la vittima, il cognato trentottenne Jadovar e il trentacinquenne Rubino Sulejmanovic, che quella sera era con Ahmetovic già nella prima fase e che è stato indicato agli inquirenti dai familiari di Jhonny nelle ore immediatamente successive (con tanto di video postati sul profilo TikTok) come direttamente coinvolto nell’assassinio.

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Le indagini della Polizia hanno consentito di ricostruire in modo puntuale le sequenze del raid e di individuarne il movente in una lite avvenuta poche ore prima tra due degli assalitori e la vittima, spalleggiato nella circostanza dai familiari. Dopo l’identificazione dei primi quattro indagati, è stato individuato il quinto componente del commando ed è stato accertato che alla guida dell'auto dalla quale sono usciti gli assalitori, viaggiava una sesta persona che li ha accompagnati sul posto, ha atteso l’esecuzione dell’omicidio e, senza mai aprire lo sportello, ha garantito al gruppo una fuga rapida.

Uno dei due destinatari della misura cautelare di oggi è stato rinchiuso nella casa circondariale Francesco di Cataldo mentre il secondo, irreperibile, è ricercato anche in campo internazionale.