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In ricordo di Calabresi: “Il perdono rende liberi”. Le parole di Gemma Capra, la vedova del commissario ucciso da Lotta Continua

“Il dolore è ancora grande e nitidissimo, ma ho deciso di andare avanti. Non si può dimenticare però si cammina”

Il questore Bruno Megale (a sinistra), accanto alla vedova Gemma Capra

Il questore Bruno Megale (a sinistra), accanto alla vedova Gemma Capra

Milano, 18 maggio 2025 – Cerimonia privata, ieri mattina, in memoria di Luigi Calabresi, il commissario di polizia assassinato il 17 maggio 1972 da un commando di due militanti di Lotta Continua perché ritenuto responsabile della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli.

Un mazzo di fiori è stato deposto in via Cherubini, luogo dell’agguato, dalla vedova del commissario, Gemma Capra, accompagnata dal figlio Luigi, presente con la moglie Tiziana, la figlia Chiara e la suocera Amalia, era presente anche Uber, quarto figlio del secondo marito della signora Capra, Tonino Milite.

La memoria

“Sono passati 53 anni - ha detto la signora Gemma - ma il ricordo è ancora nitidissimo, sembra passato un giorno”. Il dolore è ancora forte per la vicenda che, ancora oggi, fa discutere e riflettere: “Non si dimentica -aggiunge la vedova del commissario- non si può dimenticare, però si cammina. E io ho fatto la scelta di camminare, di andare avanti e perdonare. Non serbare rancore per tutta la vita, ve lo assicuro, dà una grande libertà, ti fa sentire in pace con gli altri. Credo – conclude – sia una scelta importante che sono molto contenta di aver fatto”. 

La commemorazione 

Poi per commemorare il commissario Calabresi, nel cortile della Questura di Fatebenefratelli è stata deposta una corona sotto il busto del commissario. Alla commemorazione era presente anche il questore Bruno Megale che ha ricordato Calabresi, freddato a colpi di pistola da un commando di “Lotta continua” nell’ambito della stagione di veleni seguita alla morte di Pinelli, precipitato da un balcone della sede della polizia durante le prime indagini per la strage di piazza Fontana del dicembre 1969. 

La messa di suffragio 

La cerimonia ha ricordato anche le vittime della “strage della Questura“, avvenuta un anno dopo l’omicidio Calabresi, il 17 maggio 1973. Fu proprio di fronte alla Questura, in concomitanza della prima cerimonia in memoria del commissario, che venne fatta esplodere una bomba a mano che provocò quattro morti e 52 feriti. Alla chiesa di Santa Maria degli Angeli è stata celebrata una messa presieduta dal Cappellano della Polizia di Stato don Gianluca Bernardini, in suffragio del commissario e delle vittime della strage.