Prove di integrazione fra i banchi oltre le classiche ore di lezione. Dal doposcuola della parrocchia “Fraternità nello studio”, che a gennaio ha sfilato fra le eccellenze lombarde di Hub generazione giovani, ai progetti di inclusione lavorativa con InTec: ecco come Pioltello, la “città degli stranieri“ prova a diventare multietnica. Anche se le polemiche che infuriano dopo la scelta dell’Istituto comprensivo Iqbal Masih di chiudere per l’ultimo giorno del Ramadan raccontano che la strada è ancora lunga. "Una decisione perfettamente in linea con le nostre attività in questo campo", dice la sindaca Ivonne Cosciotti. Nelle sue mani c’è la delega al Satellite, il quartiere melting pot che alza il tasso di chi dall’estero si trasferisce qui proiettando la comunità ai vertici nazionali per numeri sulla convivenza.
Quasi uno su quattro non è italiano e l’amministrazione da anni ha lanciato un programma ad ampio spettro per amalgamarsi. Un’azione portata avanti a più livelli. In prima linea ci sono anche i sacerdoti. L’obiettivo del “progetto compiti“ che poi va molto oltre, ideato da don Giacomo Roncari, ha come obiettivo "aiutare gli studenti a non abbandonare i banchi e a stringere legami di comunità". "Un esempio" per l’assessore regionale alla partita Lara Magoni e per monsignor Maurizio Gervasoni, delegato per la pastorale giovanile in Lombardia. Il doposcuola, che prova anche a irrobustire rapporti familiari minacciati dalla fragilità, si è guadagnato un posto di riguardo nel ventaglio delle azioni che combattono il disagio. Piano piano ha riempito gli oratori di casa – Maria Regina e Sant’Andrea – e col tempo è diventato una comunità nella comunità che si ritrova il pomeriggio e che ha avviato un percorso oltre "le nostre mura e i nostri ragazzi" con i docenti al lavoro in città che hanno inviato alle parrocchie una sessantina di minori a rischio.
Successo anche per il piano di inserimento professionale che ha portato 10 giovani del Satellite a diventare tecnici che vagliano i requisiti dei programmi per computer, a lavorare in banca Intesa e in altre importanti aziende del territorio grazie a un piano digitale di InTec, con tanto di inaugurazione della sede in via Cimarosa e un forte aiuto dell’istituto di credito. "Un programma di rinascita della periferia difficile" portato avanti dal Comune e dalla prefettura. I giovani occupati sono stati selezionati proprio nel rione dove si parlano più di cento lingue diverse.