Olimpiadi 2026, vertice senza Governo: a rischio la presenza di Giorgetti

L’iter per definire la governance dei Giochi potrà essere definita o resterà ferma al palo?

Prima riunione tecnica Olimpiadi 2026

Prima riunione tecnica Olimpiadi 2026

Milano, 24 agosto 2019 - La coincidenza fortuita della data non sembra un buon segno per segnare un passo in avanti sulla governance delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026. No, perché martedì sono fissati sia il vertice sui Giochi 2026 a Palazzo Lombardia alle 15.30 sia la prima giornata del secondo turno di consultazioni per la formazione del nuovo Governo. In Comune e Regione in pochi scommettono che all’incontro milanese sarà presente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, il leghista Giancarlo Giorgetti, che già aveva disertato il primo incontro sulla governance all’inizio di agosto. Certo, dalla Regione fanno sapere che a Palazzo Lombardia saranno presenti un paio di tecnici della presidenza del Consiglio. Una domanda, però, sorge spontanea: senza una rappresentanza politica di un Governo pienamente operativo, l’iter per definire la governance dei Giochi potrà essere definita o resterà ferma al palo?

Per adesso non resta che prendere atto di un dato: dallo scorso 24 giugno, il giorno della vittoria di Milano-Cortina contro Stoccolma-Are, poco o nulla è stato fatto per avviare la macchina olimpica. Il poco che è stato fatto riguarda l’incarico a una società di consulenza di realizzare uno studio sulla formula giuridica migliore per la governance dei Giochi. Le alternative sul campo sono la fondazione di diritto privato, la società per azioni con o senza fine di lucro o la società a responsabilità limitata. Uno dei punti-chiave della riunione di martedì riguarda proprio l’analisi dello studio prodotto e l’eventuale scelta dell’organismo a Cinque Cerchi.

Al tavolo, Giorgetti o no, ci saranno il presidente del Coni Giovanni Malagò, i presidenti delle Regioni Lombardia e Veneto Attilio Fontana e Luca Zaia e il sindaco Giuseppe Sala. Il primo cittadino milanese si è già espresso a fine luglio a favore del «modello Torino», cioè per la creazione di una fondazione di diritto privato amministrata dai diversi enti coinvolti nell’organizzazione dei Giochi. Il sindaco, dunque, ha già bocciato l’opzione di una Spa olimpica, anche alla luce della sua esperienza da amministratore delegato e commissionario straordinario di Expo 2015 Spa. Fontana e Zaia, invece, per ora sono stati più cauti. Gli altri punti all’ordine del giorno dell’incontro di martedì? Il primo concerne l’approvazione di una «job description» sulle competenze e le esperienze richieste per decidere chi sarà il super-manager olimpico. Il secondo punto riguarda l’indicazione della sede operativa dei Giochi: in pole position c’è il Pirellone.

Il Comitato olimpico internazionale si attende passi avanti sui vari punti analizzati in tempi brevi: il 16 e 17 settembre una delegazione del Cio sarà a Milano.

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