FEDERICA PACELLA
Cronaca

Pantera nera Ferrari della Polizia vincolata, il proprietario: "Felice se la compra lo Stato"

È di Luigi Zampaglione l’unica 250 Gte della Polizia. Non può rivenderla, "interesse nazionale" Il notaio pensa di impugnare la sentenza del Tar: pone grandi limiti, perché nessuno si fa avanti?

La Ferrari 250 Gte Polizia

La Ferrari 250 Gte Polizia

Il modellino della Ferrari della Polizia ce l’aveva già, perché la passione per le auto lo accompagna sin dall’infanzia. Quando ha avuto la possibilità, però, la mitica Ferrari 250 Gte l’ha comprata davvero, per 600mila euro: dal 2013, in garage ha la famosa Pantera del 1962 usata dal maresciallo Armando Spatafora a Roma per tenere testa, negli inseguimenti, alla malavita della Capitale. Ora avrebbe voluto venderla e acquistare qualcos’altro, ma quando il Ministero della Cultura lo ha saputo, ha deciso di dichiarare l’auto, unico esemplare esistente, bene di interesse culturale eccezionale della Nazione. Il Tar di Brescia ha dato ragione al Ministero, ma ora Luigi Zampaglione, notaio bresciano appassionato di auto (e corse) storiche, sta valutando con i legali di impugnare la sentenza.

Zampaglione, come nasce la sua passione per le auto storiche?

"Da figlio di un concessionario, sono da sempre appassionatissimo di auto. Anche la mia idea di diventare notaio è nata dalla frequentazione degli studi notarili con mio padre. Colleziono da sempre modelli di auto in scala 1:43, ne ho circa 10mila pezzi. Tra questi, anche la Ferrari 250 Gte della Polizia".

Quando ha potuto, poi, ha acquistato quella vera.

"Quando sono stato contattato dai proprietari, due fratelli di Rimini, sono riuscito ad acquistarla dopo una trattativa di un anno. Non l’ho mai usata per scopi privati, ma solo nell’interesse dello Stato. L’ho prestata ogni volta che la Polizia me l’ha chiesta per gli eventi pubblici, mettendola in ordine sempre a mie spese. Ci sono saliti anche Marchionne di fronte alla Scuderia Ferrari a Monza, e, al Vinitaly, l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte".

Eppure per rintracciarla il Ministero ha interpellato il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale del Nucleo di Monza.

"In realtà tutti i passaggi sono pubblici. L’auto è sempre stata in garage o in eventi di interesse pubblico, persino al Museo delle auto della Polizia di Stato a Roma".

Perché ha contestato il provvedimento ministeriale di interesse eccezionale della Nazione?

"Con i legali non condividiamo alcuni aspetti. Chiaro che c’è la storia, ma l’oggetto in sé non ha peculiarità, è un modello diffuso che si distingue dagli altri solo perché ha sirena e radio".

Qualcuno le ha chiesto di acquistarla?

"Questo è un altro punto strano: nessuno, Ministero, Aci, la stessa Ferrari che ha il museo, ha dimostrato interesse".

Con il provvedimento cosa cambia?

"Ci limita molto per l’uso dell’auto all’estero, se vado a fare delle gare l’oggetto deve essere autorizzato, con tempi che non sempre sono velocissimi. Poi c’è l’obbligo di custodia e vigilanza, ma si figuri se quello non lo rispettavo già. La vendita è possibile, ma c’è un iter più complesso".

Ma qual è il valore dell’auto?

"Difficile dirlo, essendo un pezzo unico al mondo. Io la venderei solo per acquistare qualcos’altro, non per speculazione. Sarei felice se la comprasse un ente pubblico o la stessa Ferrari, ma se non la vendo, sono ben felice di tenerla, per me e per mio figlio, che ha ereditato la mia passione. Però, mi faccia dire, quell’auto fu venduta dallo Stato in un blocco di auto per 2 milioni e mezzo di lire, valutata di fatto circa 150 euro attuali: ora è di interesse straordinario".