
Il presidente della società che gestisce l’Old Fashion, Roberto Cominardi
Milano, 20 dicembre 2019 - «La disdetta del contratto d’affitto non è ancora realtà. So che arriverà, e l’aspetto nei prossimi giorni, perché l’ho appreso dai giornali. Ma non escludo che la Triennale ci ripensi". Roberto Cominardi, presidente dell’Old Fashion da 27 anni, commenta così la decisione della Triennale di non confermare il contratto con la discoteca del Parco Sempione che scadrà nel 2022. Novità emersa nel corso della riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza mercoledì 11 dicembre in Prefettura.
Cominardi, qual è stato il suo primo pensiero? "Questa decisione mi ha sorpreso, sono rimasto basito. L’Old Fashion esiste dal 1933 ed è nata lì, insieme al palazzo della Triennale, anche se allora non si chiamava così (è Old Fashion dal 1970, in omaggio al nome di un long drink a base di whiskey e soda, ndr), ed è pure un locale storico. Non abbiamo mai saltato un pagamento e siamo sempre andati d’accordo con le amministrazioni che si sono susseguite".
Qual è secondo lei il motivo della decisione? "Io penso che criticità e problematiche di sicurezza siano un pretesto. I fatti di cronaca avvenuti, preciso, hanno sempre riguardato l’area esterna al locale. E io, nel mio piccolo, ho sempre comunicato ogni situazione problematica con esposti alle autorità: parlo di parcheggiatori abusivi e tassisti irregolari ma anche di sosta selvaggia sull’erba. Questi però sono problemi che si riscontrano in ogni luogo di movida a Milano, non solo al Parco Sempione dove, peraltro, l’Old Fashion non è l’unico locale (c’è anche il Just Cavalli, ndr) e quindi non cambierebbe nulla se andassimo via noi. È anche una questione di principio, sarebbe come pensare di chiudere le banche per far sparire tutti i ladri".
E se la presenza del locale fosse incompatibile con progetti di sviluppo futuri della Triennale? "Mi sorprenderebbe che si possa pensare una cosa simile, perché rappresentiamo una delle anime di questo luogo, da sempre. La Triennale peraltro sta promuovendo il progetto ‘Back to Muzio’, dal nome dell’architetto che ha disegnato il Palazzo dell’Arte, e troverei incoerente non coinvolgerci nelle scelte future".
A ottobre il presidente della Triennale Stefano Boeri aveva auspicato «soluzioni concrete», dopo il caso della violenza sessuale ai danni di una studentessa sudamericana. Cosa ne pensa? "Sono sempre stato d’accordo con lui. Avere più sicurezza e controllo è sempre stata anche una mia priorità e ho sempre fatto la mia parte con esposti, comunicazioni tempestive e piena collaborazione con le autorità".
Quando ha iniziato con gli esposti? "Più di vent’anni fa. Ricordo che fino al 1997 pagavamo un affitto al Comune per l’occupazione di suolo pubblico di viale Camoens, dove parcheggiavano i nostri clienti. Poi questa possibilità ci è stata tolta, ed è da allora che è arrivata la piaga dei parcheggiatori abusivi".