SIMONA BALLATORE
Cronaca

Occupazioni a cascata nelle scuole di Milano. Blitz al liceo Bottoni e al classico Manzoni: “Non è un pigiama party”

La preside di via Mac Mahon: "Preoccupata per loro, non di loro". E gli studenti organizzano controlli (interni ed esterni) anti-intrusi

L'assemblea del Manzoni

L'assemblea del Manzoni

Milano – Occupato il liceo scientifico Bottoni "fino a venerdì" (o, almeno, sono queste le intenzioni). E a sei chilometri di distanza anche l’autogestione del liceo classico Manzoni si trasforma in occupazione. Continua così la “staffetta” che ha raggiunto cinque licei dopo Severi-Correnti, Virgilio, Beccaria, senza contare il tentativo sfumato al Boccioni e la protesta rientrata al Molinari. A preannunciare la mobilitazione dello scientifico un comunicato, circolato nel cuore della notte. Le forze dell’ordine si erano fatte trovare in via Mac Mahon, come la preside d’altronde: "Mi sono presentata lì alle 6.30", racconta Giovanna Mezzatesta. Hanno visto scappare qualche studente poi, alle 7, si è formato un picchetto alle porte del liceo - tra fumogeni e striscioni - per non fare entrare docenti e ragazzi, seguito da un’assemblea plenaria con votazione per alzata di mano.

"Occupazione sia": la sentenza del collettivo Bottoni, mentre tre rappresentanti degli studenti su quattro si dissociavano dall’iniziativa, anche con una nota scritta indirizzata al Consiglio d’Istituto: "Non si è cercato prima il dialogo – sottolinea uno di loro, Edoardo –: non ho nulla contro alcune delle rivendicazioni, come l’attenzione da riservare al conflitto israelo-palestinese di cui abbiamo parlato e dobbiamo continuare a parlare, altre motivazioni mi lasciano perplesso. L’occupazione dovrebbe essere l’ultima strada in assenza di un confronto che, invece, al Bottoni non è mai mancato. Risultato? Tanti studenti che avevano alzato la mano sono tornati a casa".

"Per la prima volta siamo fuori, sia io che i miei docenti – continua la preside Mezzatesta –. All’interno ci sono una sessantina di studenti che sostengono di avere votato all’unanimità l’occupazione. Non sono preoccupata di loro, ma per loro. Intendono andare avanti fino a venerdì, ma l’unica volta che avevano tentato di passare la notte qui, due anni fa, ci hanno ripensato all’ultimo perché avevano visto che c’erano esterni che stavano cercando di entrare. Avevo proposto loro un’autogestione seria fino alle 18. Occupare solo per passare la notte qui mi sembra una scelta stupida: c’è il rito, si è perso il senso. Non deve essere un pigiama party" . "La decisione non è stata presa in opposizione alla presidenza ma per portare all’attenzione un importante malessere condiviso dalla componente studentesca. Ci siamo organizzati, staremo attenti", assicurano gli occupanti mentre alcuni ragazzi raccomandano di vigilare gli ingressi. "Anche all’esterno monitoreremo la situazione", confermano da Uds.

"Non dormirò lì, non solo perché mi hanno praticamente chiusa fuori, ma perché la responsabilità è loro", sottolinea Mezzatesta, controllando la situazione dalle scuole medie Puecher che si affacciano sul Bottoni. "In tanti hanno partecipato alle attività al mattino su diritto allo studio, educazione sessuale e benessere psicologico – spiega Emma, tra gli occupanti –. Stanotte resterà un gruppo numeroso di studenti a presidiare, c’è il servizio d’ordine, e domattina riprenderà il programma". Sceglie invece di tagliare ogni rapporto con i giornalisti (sulla linea del Severi Correnti) il collettivo del Classico Manzoni, affidando programma e rivendicazioni ai social. Su Instagram spiegano che si sono "trovati costretti a occupare in quanto è l’unica risposta che si può dare alle minacce di Valditara, alle misure sempre più repressive del Governo Italiano e al supporto del blocco occidentale al massacro del popolo Palestinese".

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