VALERIA GIACOMELLO
Cronaca

Occupazione al Primo Levi: "Scuola vecchia, si cambi"

Gli studenti chiedono al Ministero di creare una commissione paritetica per trovare alternative alla didattica frontale e agli attuali criteri di valutazione

di Valeria Giacomello

"Vogliamo un modello di scuola che tenga conto delle nostre reali necessità e che sia in grado di formarci, dandoci le basi necessarie a costruire il nostro futuro". Con questa rivendicazione chiara in mente gli studenti del liceo Primo Levi hanno deciso di occupare la scuola per tre giorni, una forma eclatante di protesta utilizzata per la prima volta nella scuola sandonatese ma ritenuta necessaria per farsi finalmente ascoltare. "Abbiamo deciso di unirci a una serie di mobilitazioni già in corso su tutta Italia", spiegano i ragazzi. "All’inizio dell’anno scolastico abbiamo cercato un dialogo con il ministero dell’Istruzione ma nulla è cambiato, quindi a febbraio abbiamo convocato gli stati generali e stilato un programma dettagliato". Commissioni paritetiche per una didattica e una valutazione alternativa che non sia frontale, maggiore attenzione al benessere psicologico degli studenti, un sistema scolastico che guardi alla socialità, il ripudio della guerra sono alcuni dei principali temi sui quali i ragazzi chiedono di confrontarsi con le istituzioni. "Servono cambiamenti rapidi", spiega Emma Montesi. "I metodi di insegnamento sono obsoleti. Spesso veniamo trattati come robot cui impartire tutta una serie di nozioni in un determinato tempo prefissato, la didattica dovrebbe essere un’altra cosa".

"Siamo qui per fare la differenza", concorda Margherita Piratoni. "il sistema scolastico deve essere rivisto e consideriamo questa occupazione l’ultima risorsa a nostra disposizione". "Quest’anno l’esame di maturità utilizzerà i criteri in vigore prima del Covid – lamenta Francesco Vitanza – ma veniamo da due anni di pandemia. Le lezioni in dad non hanno potuto sostituire pienamente quelle in presenza, siamo stati penalizzati e se ne dovrebbe tener conto".

"Non siamo vandali – precisa Olaf Luilli – e la situazione è sotto controllo. Abbiamo pensato a tutto. Una parte dell’istituto è stata lasciata a disposizione degli studenti che intendono proseguire le normali lezioni, anche se il 70% della popolazione scolastica ha aderito all’occupazione. Abbiamo organizzato un servizio d’ordine e solo gli studenti del liceo possono accedere all’edificio. Per questo siamo rimasti stupiti quando il preside ha chiamato i carabinieri".

Minimizza il preside Luciano Zito: "La segnalazione ai carabinieri era un atto dovuto", spiega. Sulle possibili ripercussioni il professore non si sbilancia: "Eventuali provvedimenti disciplinari dovranno essere discussi in Consiglio d’Istituto, però i miei studenti sono ragazzi responsabili, di loro mi fido".