
Obiettivo: salvare dallo sfratto una famiglia con 3 bimbi piccoli
Lotta contro il tempo per salvare la famiglia che rischia lo sfratto a fine maggio e vaglio della segnalazione sull’affitto di posti letto, l’ultima distorsione dell’emergenza casa a Trezzo. "Duecento euro a testa – spiega il Sicet che sta verificando –. Se fosse confermato, saremmo davanti a una deriva gravissima". Protesta e manifestazione in centro per il sindacato inquilini che porta avanti la battaglia "per chi non riesce a mettersi un tetto sopra la testa, o l’ha perso – dice il referente Gianluigi Colombo –. L’ultima vicenda coinvolge tre bambini fra uo e quattro anni e i loro genitori, hanno sempre pagato la pigione, ma si sono visti respingere la domanda di residenza perché la casa non ha l’abitabilità. Non ci sono le condizioni minime".
Il sindacato ha chiesto al Comune un alloggio d’emergenza, "ma il Municipio non ce l’ha perché non ha attivato la quota riservata. Come prevedono le norme regionali il 10% del patrimonio immobiliare pubblico può essere destinato a chi rischia di finire per strada. L’amministrazione provvederà ai minori e alla madre e il padre dovrà arrangiarsi. Una mancanza sulla quale non possiamo tacere". Come sul resto: "Assegnazioni e ristrutturazioni tardive mentre la gente annaspa alla ricerca di un posto in cui vivere". Il Sicet punta l’indice sulla gestione delle case comunali: "11 delle 18 abitazioni che dovevano essere sistemate ora sono a posto, ma saranno riassegnate solo in autunno con il bando di zona. Nuove regole con tempi morti dei quali finiscono per fare le spese i più deboli. Le sette rimanenti, invece, aspettano il restyling da tempo, almeno un paio dall’ondata di sfratti del 2018". Il coordinatore ha spiegato tutto alla sindaca Silvana Centurelli, "ma lei non ha accolto nessuna delle nostre proposte per migliorare le condizioni di tante persone". Niente da fare "sul recupero della morosità con un accordo su nuovi piani", mentre sul cambio di cadenza dell’affitto, "non ci sono garanzie. Adesso è trimestrale – ricorda Colombo – ma sarebbe meglio che fosse mensile per evitare l’accumulo di esborsi pesanti tutti insieme per chi fa già fatica a fa quadrare i bilanci domestici. Su questo c’è stata apertura, ma non è seguìto nulla di concreto". Pollice verso anche "sui sopralluoghi congiunti sindacato-municipio per le manutenzioni, nonostante la nostra presenza sia prevista dalle leggi regionali e sia provato che la collaborazione porta benefici agli assegnatari e risparmi alle casse pubbliche". Vicende riassunte nei manifesti che hanno fatto il giro della città in corteo.
Barbara Calderola