MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Obiettivo nuovo San Siro. Milan e Inter alla svolta. Ma è bagarre in Comune

I due club hanno presentato una manifestazione d’interesse per l’area. Maggioranza e opposizione protestano perché Sala non ha riferito in aula.

Obiettivo nuovo San Siro. Milan e Inter alla svolta. Ma è bagarre in Comune

I due club hanno presentato una manifestazione d’interesse per l’area. Maggioranza e opposizione protestano perché Sala non ha riferito in aula.

Punto stampa del sindaco Giuseppe Sala nella buvette del Consiglio comunale, anzi no, nella Sala dell’Orologio. Contrordine, perché i consiglieri di centrodestra “occupano“ la sala per protestare e alla fine il primo cittadino decide di affidare a una nota l’ultima, importante, novità, sul futuro dello stadio di San Siro. "Oggi (ieri, ndr) abbiamo ricevuto da parte di Milan e Inter una manifestazione di interesse sullo stadio “Giuseppe Meazza“ e sulle aree intorno allo stadio stesso", fa sapere Sala nel tardo pomeriggio, quando era in corso il Consiglio comunale, il quale, anche sul fronte della maggioranza, non ha accolto bene il modo con cui il sindaco ha voluto comunicare la svolta sul Meazza. La capogruppo Pd Beatrice Uguccioni è durissima: "Non siamo utili idioti".

Pomeriggio convulso a Palazzo Marino. La tanto attesa mossa dei due club, intanto, arriva. Diavolo e Biscione puntano a costruire un nuovo stadio di fianco al Meazza, che dovrebbe essere rifunzionalizzato, cioè parzialmente demolito e destinato a ospitare altre attività sportive e commerciali, non più le partite di Milan e Inter, una volta pronto il nuovo impianto. Un discorso avviato nel 2019, quando le due società presentarono un progetto identico al Comune. L’iter amministrativo avviato, però, a un certo punto si è interrotto, perché il Milan di Gerry Cardinale, nel 2023, ha deciso di puntare su uno stadio solo rossonero nell’area dell’ippodromo La Maura (ipotesi subito naufragata) e poi nell’area San Francesco a San Donato Milanese (progetto ancora in itinere) mentre l’Inter, dopo il contropiede del Milan, aveva ipotizzato un nuovo impianto a Rozzano.

Invece no, Comune e club tornano a battere la vecchia strada. Sì, perché la manifestazione d’interesse sull’area di San Siro, secondo la nota di Palazzo Marino, "conferma la volontà dei club di proseguire con l’iter di cui alla delibera di Giunta comunale n. 28/2023, con un elemento significativo di novità: non si parla più di diritto di superficie ma di acquisizione di stadio ed aree, con la realizzazione di un nuovo impianto".

Milan e Inter vogliono acquistare l’area e avere uno stadio di proprietà. La valutazione chiesta e ottenuta dal sindaco dall’Agenzia delle Entrate, però, non è stata ancora ufficialmente resa nota dal Comune. Alcune indiscrezioni dicono che dovrebbe aggirarsi sui 200 milioni di euro. La cifra dovrebbe essere comunicata ufficialmente alle due società nelle prossime ore, fa sapere la nota: "Già da domani (oggi, ndr) si avvieranno incontri operativi con i club che, partendo dalla condivisione della valutazione dell’Agenzia delle Entrate, delineeranno il percorso affinché possano presentare l’aggiornamento del documento di fattibilità, incluso il quadro economico dell’operazione". Ancora prima della nota del Comune, è stato il presidente rossonero Paolo Scaroni a svelare che qualcosa stava per accadere: "Abbiamo previsto per oggi (ieri, ndr) l’invio della manifestazione di interesse al Comune. Un ulteriore passaggio, condotto insieme all’Inter, per poter approfondire l’ipotesi della realizzazione di un nuovo stadio a San Siro".

A Palazzo Marino, nel frattempo, è bagarre. I consiglieri di centrodestra Marco Bestetti ed Enrico Marcora di FdI, Samuele Piscina e Alessandro Verri della Lega e Deborah Giovanati di FI irrompono in Sala dell’Orologio prima del punto stampa del sindaco per protestare: "Non è possibile che Sala non venga in Consiglio comunale a riferire su San Siro, così calpesta un’istituzione". Risultato: punto stampa annullato e nota a seguire. Ma anche la maggioranza di centrosinistra protesta. La richiesta di interrompere la seduta del Consiglio viene respinta dalla capogruppo dem Uguccioni con parole durissime: "Non sospenderemo i lavori dell’aula. L’avremmo fatto se ci fossero state da discutere delibere di Giunta, non per cattiveria, ma per sottolineare il fatto che non siamo utili idioti, abili a sostenere alcune proposte ma non altre".