Nubifragio, ribaltone sui ristori per i cantieri. I giudici: priorità agli interventi già autorizzati

Il Consiglio di Stato ha bloccato la richiesta di ristori del Comune di Milano per i danni del nubifragio del 25 luglio 2023, accogliendo la sospensiva cautelare della Regione Lombardia. La contesa legale continua.

Nubifragio, ribaltone sui ristori per i cantieri. I giudici: priorità agli interventi già autorizzati

Nubifragio, ribaltone sui ristori per i cantieri. I giudici: priorità agli interventi già autorizzati

Nuovo capitolo nella contesa legale tra Comune e Regione sui mancati ristori per i danni provocati dal nubifragio del 25 luglio 2023. Nei giorni scorsi, il Consiglio di Stato ha detto "sì" alla richiesta di sospensiva cautelare avanzata da Palazzo Lombardia e bloccato il provvedimento con cui il 22 febbraio il Tar aveva accolto il ricorso dell’amministrazione Sala.

"Nella valutazione dei contrapposti interessi – si legge nelle motivazioni del verdetto – appare prevalente, in questa fase, quello, di cui è portatrice la Regione Lombardia, di completare il finanziamento degli interventi urgenti già autorizzati e in corso di esecuzione". La vicenda è nota. Dopo il disastroso nubifragio dell’estate scorsa, che si è abbattuto nella notte tra il 24 e il 25 luglio su tutta la città e in particolare sulla zona di Città Studi, il Comune "è intervenuto in 241 scuole interessate da danni, con oltre 370 interventi di riparazione di tipo edile". Palazzo Marino ha chiesto i ristori alla Regione, che però ad agosto ha escluso Milano dall’elenco delle amministrazioni beneficiarie, fissando come criterio-cardine quello della "somma urgenza" (non applicato all’ombra della Madonnina). A quel punto, la Giunta ha deciso di rivolgersi al Tribunale amministrativo, che un mese fa ha accolto il ricorso. In particolare, i giudici di primo grado hanno spiegato che la norma della somma urgenza "non può reputarsi una via non solo privilegiata, ma neppure equipollente, sul piano del buon agire amministrativo, rispetto alla scelta compiuta da altre amministrazioni, tra cui il Comune di Milano", che ha preferito "un affidamento di lavori e servizi condotto in osservanza delle regole concorrenziali".

E ancora: "Come sostiene il Comune, appare del tutto incongruo premiare i primi, meno previdenti, e penalizzare i secondi, nonostante essi abbiano saputo coniugare le finalità di prevenzione con la disciplina a regime per affidare contratti pubblici". Da qui la decisione di annullare tutti gli atti impugnati per "manifesta illogicità e disparità di trattamento". Ora il ribaltone in Consiglio di Stato. In attesa che i giudici analizzino la questione nel merito.

Nicola Palma