Rifiuta le nozze combinate: picchiata e minacciata con l’acqua bollente dalla madre

La giovane egiziana ha detto no al matrimonio con il figlio di amici di famiglia e ha spiegato di avere trovato un fidanzato in Italia: da qui la reazione furiosa di mamma

Una manifestazione contro la violenza sulle donne

Una manifestazione contro la violenza sulle donne

Milano, 21 marzo 2024 – Per essersi ribellata e aver rifiutato le nozze combinate è stata picchiata e minacciata di morte con forbici e acqua bollente, insultata e spaventata facendole credere di essere sotto inchiesta per terrorismo.

Per questo la madre, oltre all’obbligo di allontanamento dalla casa dove vive la figlia di 24 anni e al divieto di avvicinamento, è sotto processo per maltrattamenti aggravati, lesioni e tentata costrizione al matrimonio. Protagoniste della vicenda sono una mamma di origini egiziane e una delle sue tre figlie, nata in Italia e come le sorelle, iscritta prima all’asilo, poi al liceo e all’università, e perfettamente integrata pur nel rispetto di certe tradizioni come indossare il velo.

Si tratta di una famiglia che ha vissuto per tanti anni a Milano. Poi il padre si è trasferito in Egitto per motivi di lavoro ed è stato raggiunto un paio di anni fa dalla moglie, dalla figlia maggiore e dalla più piccola. La 24enne invece, è rimasta per proseguire gli studi e laurearsi. La madre 50enne faceva avanti e indietro e lei ogni tanto si recava a trovare la famiglia in Egitto. Andava a lezione, studiava in biblioteca o a casa sul pc e per guadagnare qualche soldo aveva trovato lavoro come scrutatrice ai seggi elettorali.

Come ha raccontato la giovane in Tribunale, parlando tra le lacrime e chiedendo scusa alla famiglia, il suo "no" alle nozze in Egitto con il figlio di amici dei suoi genitori (che per altro aveva chiamato al telefono spiegandogli di non voler sposarlo) è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Una scelta più o meno accettata dal padre, ma che ha fatto andare su tutte le furie la madre la quale, un pomeriggio di circa un anno fa, mentre si trovava a Milano, è entrata in camera sua dicendole: "Non sai quello che hai fatto".

Da lì ha cominciato a prenderla a calci all’altezza delle gambe, a picchiarla con una cintura e a minacciare che le avrebbe rovesciato addosso l’acqua rovente che era in un bollitore sul fornello. Dopo di che ha cercato di chiuderla in casa, ma la ragazza è scappata. Davanti ai giudici ha parlato di altre aggressioni, anche con il lancio di oggetti e forbici alla gola. Quando poi ha svelato di avere in Italia un fidanzato, che poi ha sposato, la madre ha cercato di impedirle di telefonargli e addirittura le ha “requisito“ il cellulare facendole credere che era sotto controllo in quanto era indagata per terrorismo.