Novate, disinnescata "una bomba ecologica"

Dopo dieci anni i proprietari dell’area occupata da un’azienda tipografica hanno dovuto ripulire e mettere in sicurezza un capannone

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di Roberta Rampini

Centinaia di contenitori, tra fusti e taniche, contenenti pericolosi solventi e sostanze chimiche di varia natura, oltre a ingenti quantità di rifiuti solidi urbani abbandonati all’interno di un’azienda tipografica di Novate Milanese: ci sono voluti dieci anni di indagini per disinnescare quella che era diventata una vera e propria bomba ecologica. La polizia locale ha rintracciato i proprietari dell’area che nel frattempo si erano trasferiti in un paese extra europeo, gli hanno notificato un’ordinanza di sgombero, pulizia dell’area e messa in sicurezza del capannone che è stata ottemperata nei giorni scorsi. "È stata un’operazione lunga e laboriosa quella conclusasi pochi giorni fa - spiega il comandante della polizia locale novatese, Francesco Rizzo - frutto di una sinergia tra il comando, l’Arpa e l’ufficio tecnico comunale. Uno sforzo corale che ha permesso il raggiungimento di un importante obiettivo a tutela della salute pubblica e dell’ambiente". Questi i fatti: durante un controllo del territorio gli agenti hanno scoperto che all’interno dei capannoni di un’azienda tipografica chiusa e abbandonata da anni c’erano centinaia di fusti e taniche, contenenti pericolosi solventi e sostanze chimiche di varia natura, cumuli di rifiuti solidi urbani che se in caso di incendio avrebbero causato un danno ecologico di notevole entità. Inoltre il fabbricato dove si trovavano anche alcune macchine tipografiche era diventato il rifugio per senzatetto che periodicamente venivano identificati e allontanati dalla polizia locale. Il comando ha avviato anche le indagini per rintracciare la proprietà ma è emerso fin da subito che aveva lasciato il nostro Paese rendendosi irreperibile per ben dieci anni. La conclusione delle indagini è arrivata qualche settimana fa, i proprietari sono stati individuati. A quel punto è stata emessa un’ordinanza urgente per lo sgombero dai materiali pericolosi, la pulizia e la messa in sicurezza dello stabile. E da giorni nei capannoni è stato rimosso tutto, gli accessi sono stati chiusi per impedire nuovi ingressi di senzatetto e di ignoti che scaricano abusivamente rifiuti. "L’impegno profuso e la caparbietà con cui sono state condotte le indagini, unitamente alla rapidità con la quale è stata redatta l’ordinanza di messa in sicurezza dell’area, hanno permesso di sanare una situazione di notevole pericolo e di rischio per l’intera comunità", commenta il sindaco Daniela Maldini.

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