
Pillitteri Mi scrive un giovane lettore dell’interland milanese. Purtroppo ha perso la madre un paio di anni fa. E lui era...
Pillitteri
Mi scrive un giovane lettore dell’interland milanese. Purtroppo ha perso la madre un paio di anni fa. E lui era l’unico erede. Accettata l’eredità (che comprendeva, oltre a una modesta liquidità, le quote di una srl) si vede, oggi, notificare dall’agenzia delle entrate una cartella esattoriale nell’ordine degli 80.000 euro. Evidentemente la srl era stata inadempiente ai suoi obblighi tributari e previdenziali. Mi chiede cosa rischia. Purtroppo non si tratta di un caso isolato. Esiste, infatti, tutta una casistica di sovraindebitati giovanissimi che hanno “ereditato” debiti di gran lunga superiori alle attività presenti nel patrimonio del de cuius. L’inesperienza non li ha indotti a porsi il problema e, quindi, a verificare, prima dell’accettazione, se, per l’appunto, il proprio congiunto avesse in corso esposizioni debitorie. In tale caso avrebbero avuto due possibilità per evitare di “portarsi in casa” quei debiti. La prima è quella di accettare l’eredità con “beneficio di inventario”. È una modalità che consente di evitare che il patrimonio di natura successoria diventi tutt’uno con quello dell’erede e, pertanto, che il titolare risponda delle passività ereditate con tutti i suoi beni. I due patrimoni restano separati. E, una volta effettuato il relativo inventario, i creditori (nel caso di specie il fisco) potranno “saziarsi” sui soli beni del defunto. Ciò che, eventualmente, ne residua spetterà all’erede La seconda, più drastica, è quella di rinunciare “tout court” all’eredità. Non si succede né nelle componenti attive né in quelle passive del patrimonio del de cuius. I creditori di quest’ultimo avranno, però, 5 anni di tempo per impugnare la rinuncia e chiedere di subentrare, essi stessi, nella titolarità dei beni ereditari in misura del loro credito. Per tornare al caso del lettore, purtroppo l’accettazione piena espone, ora, tutto il suo patrimonio. Non essendoci proprietà immobiliari (ci fosse stata una prima casa non sarebbe stata, comunque, pignorabile ma solo suscettibile di ipoteca) il fisco aggredirà il suo stipendio e gli eventuali beni mobili registrati. A occhio e croce è opportuno che rifletta circa l’opportunità di avviare una procedura per sovraindebitamento.
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