"Noi, senza figli, abbiamo spalancato le porte ad Aviana e al mondo"

L’invito di Odilla e Sergio che fino a luglio vivranno con una studentessa arrivata dalla Groenlandia: occasione di crescita per tutti

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A bussare alla porta della famiglia Merisio erano stati i genitori di una volontaria di Intercultura.

"Siamo amici da tantissimi anni. Quando ci hanno detto che c’era bisogno di un’altra sistemazione per una studentessa da sei mesi già in Italia e che, secondo loro, avevamo le caratteristiche per accoglierla ci abbiamo riflettuto un po’, ci siamo informati e abbiamo detto sì", racconta Odilla, che con Sergio da marzo ospita Aviana, 16enne in arrivo dalla Groenlandia. In questi mesi la studentessa ha frequentato la terza all’Itsos Marie Curie di Cernusco sul Naviglio (e anche qualche ora di inglese in quarta), tornerà a casa i primi di luglio.

"Noi non abbiamo figli, pensavamo di avere meno strumenti per accogliere una studentessa di 16 anni – racconta Odilla –. Siamo sempre impegnati su più fronti nel volontariato, negli anni avevamo fatto esperienze di accoglienza e siamo stati accolti. In qualche modo ci è sembrato di avere l’occasione per ricambiare quello che avevamo ricevuto in passato". Si sono incontrati tre volte prima di cominciare il percorso, si sono confrontati con i volontari di Intercultura, hanno scoperto sintonie. "Noi viaggiamo spesso, ora è il mondo a venire a casa nostra – sorridono –, è un’occasione di crescita sia per lei che per noi, per conoscere realtà e culture diverse e il fascino che si porta la sua terra. E poi c’è tutto il mistero dell’adolescente che non conosciamo così approfonditamente. Nonostante il gap generazionale, nel nostro caso più marcato, ci siamo trovati molto bene. Certo non sono mancate le fatiche, ma le abbiamo superate insieme e siamo contenti di questa esperienza". Non è mancato anche il confronto con le altre famiglie che stanno accogliendo i ragazzi in arrivo da tutto il mondo. "Vivere insieme comporta il volersi incontrare su alcuni aspetti, a volte basici, legati alla quotidianità – continua Odilla –, c’è stata molta disponibilità su entrambi i fronti e anche molta pazienza, anche da parte di Aviana, che era continuamente sfidata: ha imparato l’italiano, sempre meglio, ha vissuti prima a Milano e poi in provincia. Ha scoperto tante sfumature sulla nostra cultura e sul cibo. Il desiderio reciproco di conoscerci ci ha aiutati nelle sfide quotidiane". E anche a rispolverare quell’inglese che era stato un po’ messo nel cassetto.

"A scuola sono stati molto disponibili a cucirle un percorso su misura – concludono – è stata una esperienza inaspettata e arricchente sotto tutti i punti di vista. Anche quando si fa fatica ne vale la pena. E la consigliamo sì: gli abbinamenti studenti-famiglie vengono studiati, ci sono sempre i volontari e le altre famiglie con cui confrontarsi. E si conosce una fetta di mondo di prima mano, non attraverso racconti e stereotipi, ma grazie all’incontro".

Si.Ba.

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