Milano, 9 giguno 2019 - Al suo occhio allenato non è sfuggita una scena sul tram 14 in via Giambellino: un uomo che rovista nella borsa di una donna, arraffa il portafoglio con fare da prestigiatore e infine lo lascia scivolare dentro un ombrello con nonchalance. E poi? Il passeggero-spettatore, Nicola Cetrangolo, 46 anni, un marcantonio di 96 chili distribuiti su un metro e 97 di altezza, cintura nera di judo, che di mestiere fa la guardia del corpo e l’addetto alla sicurezza nei centri commerciali, è diventato protagonista bloccando il ladro per 40 minuti, fino all’arrivo dei carabinieri del Nucleo Radiomobile che hanno arrestato il malvivente, un uomo lettone di 43 anni, senza fissa dimora e con precedenti, per tentata rapina impropria aggravata. Altro che girarsi dall’altra parte. Non fosse stato per questo eroe, e per un’altra passeggera che per prima ha avvisato la vittima, una romena 61enne, forse il rapinatore sarebbe riuscito a scappare col bottino. Una volta bloccato, ha provato per tutto il tempo a staccarsi dalle robuste braccia di Cetrangolo. Invano. E alla fine è stato l’unico ad aver bisogno di medicazioni per escoriazioni al naso.
Quando si è accorto di quel tipo sospetto?
«Ero sul tram 14, venerdì poco dopo le 19, in via Giambellino. Stavo tornando a casa, a Corsico, quando mi sono accorto di un uomo che allungava il braccio dentro la borsa di una donna, prendendo il portafoglio e nascondendolo poi dentro un ombrello. La vittima ha reagito, afferrando l’uomo per un braccio e intimandogli di restituirle il portafoglio. Lui ha cercato di divincolarsi, l’ha strattonata e graffiata, evidentemente per cercare una via di fuga. Io nel frattempo mi sono alzato dal posto in cui ero seduto e sono intervenuto, bloccando subito il ladro. Nel frattempo la signora è riuscita a riprendersi il portafoglio».
Poi cosa è successo?
«Mentre lo tenevo bloccato, ho chiamato il 112. Nel frattempo il tram era fermo. Dovevamo aspettare i carabinieri. A poco a poco, lungo via Giambellino si è formata una lunga coda di tram».
Il rapinatore cosa le diceva in quei momenti?
«Delle frasi nella sua lingua, di sicuro delle “maledizioni” nei miei riguardi, perché non poteva scappare. Ha cercato due volte di sfuggirmi ma io lo tenevo fermo, senza fargli del male. So come fare: sono un judoka, cintura nera terzo dan, e quinta cintura di difesa personale».
Le capita spesso di bloccare qualcuno?
«Sì. Lavoro come guardia del corpo e, saltuariamente, come addetto alla sicurezza nei centri commerciali. Spesso ho dovuto fermare nomadi che avevano sottratto della merce. Ho ricevuto tante “benedizioni” pure da donne rom. Ormai sono abituato».
La signora derubata l’ha ringraziata?
«Sì, era sollevata anche se scossa. Io l’ho invitata a non andarsene subito ma ad aspettare l’arrivo dei carabinieri per presentare la denuncia».
E i carabinieri?
«Si sono complimentati. Io sono felice di aver compiuto una buona azione: non mi sarei mai voltato dall’altra parte».