Nero Luce: "A un lavoro sicuro ho preferito la musica. E adesso vivo di lei"

Il cantautore ha collaborato anche con Pedrini e MCR. "Il mio salto dalla via ai locali. Lati negativi? Gli influencer maleducati".

Mario Neroluce artista di strada cantante e chitarrista

Mario Neroluce artista di strada cantante e chitarrista

Sette anni fa ha mollato la Sicilia dove lo aspettava un posto di lavoro "blindatissimo" alla Poste, per inseguire il suo sogno musicale sotto la Madonnina. E adesso, dopo tanti sacrifici e una girandola di mestieri, con le note riesce a vivere più che dignitosamente. È la storia del cantautore Nero Luce, nome d’arte di Mario Pischedda: la sua voce e la sua chitarra sono presenza fissa dalle parti del Duomo. "I miei cavalli di battaglia? “Hallelujah“, “Take Me Home, Country Roads“. Ma suono anche i miei pezzi inediti", racconta Nero Luce, 41 anni.

Come ha iniziato a fare l’artista di strada?

"Sette anni fa sarei dovuto andare a lavorare alle Poste ad Erice, seguendo le orme di mio padre andato in pensione, ma la prospettiva non mi entusiasmava. La realtà siciliana mi stava un po’ stretta e sapevo che se fossi rimasto lì non avrei mai realizzato il mio desiderio. Così mi sono trasferito a Milano che è la capitale dell’industria discografica italiana. Gli inizi però sono stati proverbialmente non facili..."

Racconti.

"Ovviamente non sono riuscito subito a campare di musica. Prima ho lavorato in un call center, poi mi sono occupato di sicurezza notturna per poter aver libero il giorno per suonare".

La svolta?

"Sei anni fa, quando ho avuto la fortuna di conoscere, proprio grazie all’attività in strada, un grande chitarrista come Paolo Pilo. Lui è venuto più volte a sentirmi e poi quando ha capito che avevo un po’ di stoffa mi ha introdotto nell’ambiente. Ho iniziato ad esibirmi nei locali e il mio produttore è diventato Umberto Iervolino. Ho suonato per Omar Pedrini, i Modena City Ramblers, i Gem Boy".

Tutte rose e fiori, le esibizioni in strada?

"No, anzi. Non solo perché c’è chi è velocissimo a far sparire le offerte del pubblico che raccolgo nella custodia. Ci sono pseudo-influencer che mi si avvicinano moltissimo col cellulare per riprendersi mentre fanno le loro dirette in streaming, mettendosi oltre la linea del pubblico. Non mi danno fastidio le riprese, sia chiaro, ma la mancanza di educazione sì. La strada è di tutti e si ha il diritto di fare i video ma credo di avere anche io il diritto di farmi rispettare come artista".

Può dirci quanto guadagna in una giornata?

"Da 150 a 250 euro, quando va bene. La cifra però dipende da tante variabili, dalla postazione ad esempio. Per regolamento comunale peraltro non è possibile rimanere nello stesso spazio per più di due ore consecutive". Annamaria Lazzari

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