REDAZIONE MILANO

Nel palazzo che fu di Puccini le opere di Manfredi

Gioielli che sono sculture, creatività che nasce da una solida struttura di disegni architettonici, Giulio Manfredi ha più anime. E sono tutte belle. La sua storia comincia come artista dei gioielli negli anni Settanta e Ottanta, casa e studio a New York, Park Avenue, amicizie influenti a cui lui “regala“ la bellezza degli oggetti che disegna. Gioielli si diceva, ma non solo, il suo universo ha confini molti più ampi, pochi, forse, sanno che Manfredi è un’artista a tutto tondo. E allora ci ha aperto la sua casa, a pochi passi dalla Scala, la stessa in cui abitò Puccini, una dimora che è di per se stessa una sorta di “fuorisalone“ in linea con la tendenza di quest’anno di creare una rete di Fuorisaloni molto più raccolti e più esclusivi, tutti all’interno delle case private. Case all’altezza ovviamente, case abituate ai ricevimenti e ai salotti culturali, in cui si possono osservare oggetti contestualizzati in ambienti privati. La sua dimora in via Verdi a due passi dalla Scala in un palazzo del Bramante è lo scrigno delle sue creazioni. Si respira un senso di arte onnivora che si trova ovunque.

Gli oggetti più celebri sono quelli ralizzati da Mandredi con Bruno Munari, come la scatola dell’architettura. Opere d’arte mescolate a pezzi più frivoli, come il calendario delle nascite fatto in argento e pietre preziose, il tulipano in argento che diventa segnaposto o posacenere. In questa casa che è un dedalo di stanze rivisitate con gusto moderno ed eclettico c’è un grande tavolo nel living, incrocio fra acciaio, vetro e legno. E poi il coffe table in cui sono appoggiati gli oggetti che andarono in mostra all’Istituto Lombardo. Le scatole sonore fra tutte.

"Sono prismi a base quadrata in legni diversi, con la parte centrale in ebano quattro sensori posti sulla sommità della scultura e si attivano allacarezza e al movimento. I sette carillon si ascoltano e si accendono l’uno con l’altro, il suono è la melodia nella sue variazioni una sorta di danza che infonde serenità e - spiega ancora il creativo - mi ricorda la mia infanzia in campagna". E poi ci sono le maschere di stelle una superficie con fori e incisioni che fanno filtrare la luce. Un invito a compiere un gesto di immaginazione.

Anna Giorgi