di Marianna Vazzana
MILANO
Una panchina rossa sarà dedicata a Sofia Castelli nel cortile dell’Istituto Fabio Besta di Cimiano che la ragazza ha frequentato per cinque anni, diplomandosi nel 2022 al Liceo delle Scienze umane. Quel rosso ricorderà per sempre agli studenti la storia della giovane uccisa a 20 anni all’alba dello scorso 29 luglio, massacrata a coltellate dal suo ex fidanzato Zakaria Atqaoui. E sarà sempre un monito contro la violenza in ogni forma. La panchina verrà inaugurata lunedì 27 novembre, momento di punta dell’evento “La scuola racconta Sofia“ organizzato in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Una iniziativa coordinata dalla professoressa di francese Teresa Tedeschi, che ha avuto Sofia come allieva per tutti gli anni delle superiori. "Una ragazza sensibile, dall’animo gentile e matura – la ricorda –. Durante il periodo della pandemia mi rivolgevo sempre a lei per comunicazioni da dare alla classe. Era sempre disponibile con i compagni ma non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno. È stata uccisa nel sonno, da una persona che non ha avuto nemmeno il coraggio di guardarla negli occhi. Io l’ho vista crescere e, dopo il diploma, a distanza, seguivo tutte le sue conquiste". Studiava Sociologia all’università Bicocca "e nel frattempo – ricorda la professoressa – lavorava in una scuola dell’Infanzia. Un’esperienza che l’appassionava tanto. E aveva tanti altri progetti, sarebbe stata preziosa nel mondo del sociale. L’ho incontrata l’ultima volta in metropolitana lo scorso 12 giugno e ci eravamo lasciate promettendoci di rivederci per un aperitivo. Ma purtroppo non c’è più stata l’occasione". Perché il mese dopo Sofia è stata uccisa.
A parlare di lei agli studenti ci sarà anche Aurora Fiameni, la migliore amica della ragazza, che era con lei la mattina dell’omicidio. Le due erano appena rientrata a casa, a Cologno Monzese, dove Sofia abitava, dopo una notte in discoteca, e dormivano in stanze diverse. Aurora non si è accorta di nulla. Zakaria Atqaoui era rimasto nascosto nell’armadio per ore, pronto a colpire. "Ci siamo conosciute in prima superiore: era l’11 settembre 2017, non scorderò mai quel giorno – racconta Aurora –. Inizialmente, io e Sofia non ci stavamo particolarmente simpatiche ma con il passare del tempo abbiamo fatto amicizia e siamo diventate inseparabili. Abbiamo sempre studiato insieme, lavoravamo in coppia e abbiamo affrontato insieme anche l’esame di maturità. La scorsa estate eravamo felici e spensierate, stavamo finalmente vivendo la vita da ventenni che avevamo sempre desiderato. Soprattutto, continuavamo ad essere l’una accanto all’altra". Continua: "Sofia era tutto per me. La mattina del 29 luglio una parte di me è morta con lei. Una parte di me non tornerà mai indietro. Ma una cosa è certa: il mio cuore apparterrà per sempre a Sofia e tutto quello che farò sarà per lei". Il 27 novembre la mattinata si aprirà in Aula Magna: incontro con la dottoressa Anna Piccirillo, "impegnata da anni nella lotta contro femminicidi e maltrattamenti" e con i volontari dell’Associazione di promozione sociale Scarpetta rossa.
Poi, esibizione del gruppo di teatro degli studenti del Besta. Il culmine sarà l’inaugurazione della panchina per Sofia. "A partire dalla consapevolezza che la violenza contro le donne ha origini nella disparità di potere tra i sessi, noi come scuola in questa giornata vogliamo prima di tutto raccontare Sofia e contrastare questo fenomeno con azioni. Sofia – conclude la professoressa Tedeschi – è l’ennesima vittima innocente che si aggiunge a uno scenario lugubre, in Italia e nel mondo".