Impiegati, studenti e anche malati: "Cerchiamo la marijuana legale"

Milano, boom di acquirenti nel negozio che vende piante di cannabis

SORRISI Clienti e titolari del negozio di Milano che offre cannabis Le vetrine su viale Tibaldi

SORRISI Clienti e titolari del negozio di Milano che offre cannabis Le vetrine su viale Tibaldi

Milano, 1 ottobre 2017 - Giacca e cravatta, occhiali alla moda, due giovani entrano nel negozio e ammirano le piantine esposte dietro il vetro. «Stiamo cercando la marijuana legale», spiegano al titolare. Una donna di 35 anni si presenta assieme alla zia, sotto il braccio la borsa della spesa. Vuole assaggiare “erba” a basso contenuto di Thc perché, consumatrice abituale, è stata male dopo aver abusato di marijuana acquistata sul mercato illecito. «Ho sofferto di psicosi - racconta - non cerco lo sballo, voglio solo sentirmi più rilassata».

Il negozio Hemp Embassy di Milano, uno dei primi in Italia a vendere talee di canapa, dal giorno dell’apertura, lo scorso 15 giugno, ha visto una crescita costante della clientela. Camminando lungo viale Tibaldi, è difficile non notare lo store, con le sue ampie vetrate e il colore verde acceso degli arredi, accanto ad attività più tradizionali: una carrozzeria e uno storico negozio di articoli per cartotecnica. All’interno le piantine in vetrina mantenute nella fase vegetativa in modo da impedirne la fioritura e bloccare la produzione di Thc, la sostanza psicotropa. Rispettando così la legge. In vendita anche bustine con “erba” svizzera già pronta da fumare, con Thc inferiore al limite consentito dello 0.6%, al prezzo di circa 15 euro al grammo, superiore rispetto a quello sul mercato illecito.

Tutto legale ma, una volta acquistata la pianta, un consumatore puà farla fiorire e ottenere marijuana fatta in casa, aggirando le norme. «Si tratta di una responsabilità del consumatore - spiega Alberto Valsecchi, 39 anni, uno dei titolari - su ogni confezione abbiamo applicato un’etichetta per informare che le piante devono essere utilizzate esclusivamente per scopi ornamentali. Non siamo responsabili di quello che una persona fa a casa propria. Abbiamo deciso però di mettere alcuni paletti: non vendiamo più di venti piante a un singolo cliente, e i minorenni non possono fare acquisiti».

Tra i clienti anche malati in cerca di prodotti derivati come l’olio di Cbd. «Si è presentato da noi un uomo con un il figlio affetto da tumore – racconta Valsecchi – Alcuni vengono indirizzati direttamente dai medici». Gli acquirenti sono per lo più maschi, tanti giovani. Un business in espansione che sfrutta un vuoto normativo. Spuntano in tutta Italia campi di canapa coltivata legalmente, negozi che vendono derivati e “erba depotenziata”. Dietro Hemp Embassy c’è una società, la Greenery srl, che si appresta ad avviare una rete di negozi in franchising. «Abbiamo ricevuto richieste da tutta Italia – spiega Valsecchi – per lanciarmi in questa avventura ho lasciato un lavoro stabile nella moda. Mia madre, però, non lo sa ancora. Temo che non approverebbe».

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