Galleria, asta con un maxi-rialzo: Armani vince con 1,9 milioni di euro

La base d’asta del Comune era di 670mila euro, il marchio di alta moda ha offerto 1,2 milioni di euro in più Sfida con 24 rilanci da 50mila euro contro Tod’s

Giorgio Armani

Giorgio Armani

Milano, 9 novembre 2019 - Asta milionaria per la Galleria Vittorio Emanuele. Ventiquattro rilanci da 50 mila euro tra Giorgio Armani Retail e Tod’s per lo spazio di 302 metri quadrati attualmente occupato da Tim e affacciato sull’Ottagono. Alla fine l’ha spuntata Armani offrendo 1,9 milioni di euro, ben 1.229.560 euro in più rispetto ai 670.440 euro che erano stati fissati dal Comune come base d’asta per il canone di affitto annuo per lo spazio messo a gara. L’asta all’incanto è andata in scena ieri mattina negli uffici del Demanio comunale al terzo piano di via Larga. Ai nastri di partenza c’erano quattro marchi.

Oltre ad Armani e Tod’s, avevano presentato offerte per lo spazio anche Prada e Damiani. Ma il primo marchio, già presente con due showroom sull’Ottagono della Galleria, non ha chiamato neanche un rilancio. La gioielleria Damiani, invece, è stata esclusa dall’asta all’incanto perché nella documentazione presentata aveva indicato alcune condizioni per la sua partecipazione, condizioni che l’articolo 12 del bando di gara del Comune vietava. Il rappresentante di Damiani ha replicato così alla spiegazione fornita dal direttore del settore Demanio del Comune Massimo Marzolla: «Valuteremo la sua risposta».

Ricorso al Tar in vista? Si vedrà. L’aggiudicazione dello spazio Tim ad Armani (in realtà, oltre ai 140 mq al piano terra, il marchio di alta moda potrà utilizzare e collegare i 162 mq al piano interrato che Tim non aveva) è avvenuta alle 9.48, dopo che erano passati tre minuti, come da regolamento, dall’ultimo rilancio da 1,9 milioni di euro. Il marchio di calzature Tod’s si è fermato a 1.850.000 euro. Applauso finale e asta chiusa con un maxi-rialzo. Il rappresentate di Armani presente in via Larga ha fatto capire che, come indica il bando, il marchio di alta moda lascerà il suo attuale negozio in Galleria, il cui contratto scade all’inizio del 2020, perché il bando per lo spazio da 302 mq vieta la doppia insegna identica in Galleria. L’assessore al Demanio Roberto Tasca, ad asta conclusa, sorride: «Questo è un esempio virtuoso di come la capacità di innovazione introdotta nella Pubblica Amministrazione, in questo caso rappresentata da una gara all’incanto, possa portare benefici economici alla città e di conseguenza ai suoi cittadini. Gli introiti ricavati dall’asta saranno reinvestiti nella città come sempre. È anche piacevole assistere alla gara tra prestigiosi investitori italiani e internazionali che intendono assicurarsi una presenza in Galleria. Un fatto che certifica il momento di positiva vivacità che vive Milano».

L’asta che Armani si è aggiudicata è milionaria ma non da record. In Galleria, infatti, il canone di affitto più alto è pagato da Massimo Dutti con 3,1 milioni di euro all’anno per 956 mq, seguito da Moncler, che ha aperto ieri prendendo il posto dell’Urban Center e sborsa 2,5 milioni di euro. Considerando il rapporto mq-canone, invece, il marchio che spende di più nel Salotto è Yves Saint Laurent: un milione di euro all’anno per uno spazio di 82 mq con una sola vetrina. Sfiora il milione di euro di affitto anche Louis Vuitton: 963 mila euro per 800 mq, ma il contratto è del 2012.

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