di MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Progetto Navigli, la riapertura può attendere

Il sindaco Giuseppe Sala sceglie la linea dell’attesa: vuole capire se la Regione e l’Unione europea sono disponibili a finanziare almeno in parte l’opera

Se non ci saranno i fondi necessari, il progetto sarà per il momento accantonato

Milano, 6 febbraio 2019 - Da riapertura parziale a riapertura totale dei Navigli. Un passo avanti, dal punto di vista progettuale, ma un passo indietro sotto il profilo dei tempi previsti per la partenza dei cantieri per le nuove vie d’acqua. Il sindaco Giuseppe Sala sceglie la linea dell’attesa sul progetto Navigli: vuole capire se la Regione e l’Unione europea sono disponibili a finanziare almeno in parte l’opera. Un investimento da 150 milioni di euro se si prende in considerazione solo la riapertura di cinque tratti (via Melchiorre Gioia, Conca dell’Incoronata, via Francesco Sforza, Piazza Vetra-via Molino delle Armi e Conca di Viarenna, in totale 2,2 chilometri) oppure da 500 milioni di euro nel caso di riapertura totale (7,7 chilometri). Nel giorno dell’incontro pubblico per fornire le risposte ai cittadini che hanno presentato osservazioni durante il dibattito pubblico sui Navigli della scorsa estate, il primo cittadino, in una Sala Alessi di Palazzo Marino gremita, decide di rilanciare la palla in avanti: «È necessario provare a spostare il profilo del progetto di riapertura dei Navigli su una verifica tecnica ed economica di apertura integrale e accelerare sulle possibilità di finanziamento. Dovremo chiedere a Mm di avviare il più velocemente possibile una progettazione per la riapertura totale».

Un progetto, quello di riapertura totale, più gradito sia dalla Regione a guida leghista sia dalla commissione Ue in scadenza di mandato. Sala domani volerà a Bruxelles per incontrare per la seconda volta la commissaria europea ai Trasporti, Violeta Bulc, proprio per parlare dei possibili finanziamenti all’opera. «Mi auguro che questo confronto possa essere decisivo», aggiunge il sindaco, che subito dopo ribadisce che se Palazzo Marino non troverà partner economici per l’operazione, il progetto Navigli non andrà avanti: «La priorità, in questo momento, sono le periferie». Il messaggio politico è chiaro: avanti sì, ma piano. Nel documento di 65 pagine con le risposte di Comune e Mm alle osservazioni, intanto, emergono particolari inediti sul progetto Navigli. Nel caso di riapertura totale, ci si metterebbero due ore per risalire tutti i 7,7 chilometri in barca, mentre un’ora e mezza per percorrere “in discesa’’ lo stesso tratto. Per quanto riguarda il tratto di via Melchiorre Gioa, dove le proteste da parte dei residenti “No Nav’’ sono state numerose, il Comune assicura che i posti auto persi, in caso di riapertura dei Navigli, sarebbero recuperati nelle vicinanze. La situazione attuale è di 281 posti auto, con una richieste dei residenti di 350 posti auto durante la notte. Con la via d’acqua scoperchiata, l’amministrazione realizzerebbe 169 posti auto di giorno e 220 posti auto per la notte riservati ai residenti.

Nel tratto di via Francesco Sforza, invece, il tema è la linea 94 dell’autobus. I residenti non vogliono privarsene, Palazzo Marino fa notare che la 94 sarebbe sostituita dalla nuova M4 nel tratto compreso tra largo Augusto e piazza Sant’Ambrogio, mentre nel tratto nord della Cerchia dei Navigli (da Visconti di Modrone a Moscova) l’amministrazione garantirebbe al posto della 94 un analogo servizio di trasporto di superficie con autobus da 12 o da 18 metri. La risposta ai cittadini preoccupati per il taglio degli alberi lunghi i cinque tratti dei Navigli da riaprire, infine, è la seguente: sui 57 alberi esistenti, 20 rimarrebbero dove sono, 23 sarebbero trapiantati in zone adiacenti e 14 tagliati.