Milano, violenza davanti al Muro della Gentilezza: gruppo di tedeschi con auto di lusso aggredisce i volontari

Gli stranieri stavano bloccando la strada con Ferrari e Lamborghini. Quando i ragazzi del Tempio del Futuro Perduto hanno chiesto di spostarsi, sarebbero partiti botte e insulti

Milano – Picchiati e insultati davanti al Muro della Gentilezza, che pare non aver sortito nessun effetto “gentile”. Vittime della presunta aggressione, i volontari del Tempio del Futuro Perduto, che in un video su Instagram hanno raccontato quanto successo lunedì mattina nella trafficatissima via Luigi Nono, di fronte al Cimitero Monumentale.

A parlare è Alessandro Vaccari, in arte Marthial, del collettivo del Tempio del Futuro Perduto. “Ero al Muro della Gentilezza con altri volontari, quando siamo stati aggrediti da una gang omofoba che stava girando per Milano con Lamborghini e Ferrari”. Il tutto è accaduto alla luce del sole, intorno alle 10 del mattino. Il gruppo di tedeschi era lì con due bisarche su cui erano caricate auto di lusso. Secondo il racconto di Vaccari stavano bloccando la strada per fare video con le loro vetture. Stando a quanto riferito dai carabinieri, il gruppo di appassionati di motori era a Milano per un’iniziativa autorizzata, scortata addirittura dalle moto della polizia locale. 

Alcuni fotogrammi del video dell'aggressione
Alcuni fotogrammi del video dell'aggressione

In ogni caso, chi conosce via Luigi Nono può facilmente immaginare il disagio: traffico in tilt e auto bloccate. “Abbiamo deciso di chiedergli di spostarsi, ma ci hanno risposto in maniera arrogante dicendoci che loro in Italia e potevano fare quello che volevano. La situazione è degenerata, ci hanno aggredito anche fisicamente, riempiendoci di insulti omofobi e politici. Io sono stato colpito così violentemente da finire in ospedale, con una prognosi 15 giorni e uno choc post traumatico”. A colpire sarebbe stato il servizio d’ordine del gruppetto di tedeschi.

Vaccari racconta di aver passato sette ore al pronto soccorso per accertamenti. “Fortunatamente va tutto bene, ma per me non va tutto bene. Questa esperienza mi ha fatto riflettere sull’importanza di essere attivi, contro l’omofobia, contro questo senso di potere e la violenza fascista. Non ci possiamo più permettere di non combattere contro l’arroganza, è un dovere continuare a lottare per i nostri diritti, la nostra resistenza deve essere forte e visibile. Dobbiamo continuare a resistere e costruire una società più giusta e inclusiva”.