NICOLA PALMA
Cronaca

Multa alle U-Mask, ricorso respinto: “Le aziende sfruttarono l’allarme”

Sì del Tar alla sanzione da 450mila euro: il paragone con le Ffp3 condizionò i consumatori già preoccupati

Le U-Mask utilizzate anche da Chiara Ferragni e Fedez ai tempi della pandemia

Le U-Mask utilizzate anche da Chiara Ferragni e Fedez ai tempi della pandemia

Milano –  «Il Collegio ritiene che la condotta contestata sia senz’altro riconducibile alla nozione di pratica aggressiva, avendo il professionista esercitato nei confronti dei consumatori un indebito condizionamento del loro processo decisionale, sfruttando la situazione emergenziale e la scarsità nell’approvvigionamento delle mascherine". E ancora: "Attraverso il riferimento alla maggiore efficacia di U-Mask rispetto alla media dei dispositivi riconosciuti come altamente protettivi (Dpi), addirittura equiparabile a quella degli Ffp3, il professionista ha indotto indebitamente il consumatore all’acquisto del prodotto reclamizzato, le cui qualità vantate non erano in realtà debitamente comprovate".

Non lasciano troppo spazio alle interpretazioni le motivazioni con cui il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi di U-Earth Biotech Ltd (capofila inglese) e Pure Air Zone Italy srl (controllata italiana con sede a due passi da San Vittore), che nell’ottobre 2021 sono state multate per 450mila euro "per la pratica commerciale scorretta consistente nella promozione e vendita con modalità asseritamente ingannevoli e aggressive di mascherine protettive U-Mask".

Per chi non lo ricordi , stiamo parlando delle mascherine aderenti che in piena pandemia iniziarono a spopolare tra politici, vip e sportivi: on line ne venivano esaltati il "filtro attivo a 4 strati", l’efficacia contro gli agenti patogenti "fino a 200 ore di respirazione effettiva" e il livello di protezione prossimo al 99%. Quei messaggi pubblicitari, che contribuirono al boom di vendite da 15 milioni di euro, finirono due anni fa nel mirino dell’Antitrust, stimolata dalle segnalazioni di singoli utenti e dell’associazione Codici "su profili di possibile illiceità" nelle attività di promozione e vendita dei modelli U-Mask Model 2.2, evoluzione di Model Two e Model 2.1. A valle degli accertamenti investigativi, l’Authority comminò la multa da quasi mezzo milione.

Tutto finito? No, perché U-Earth Biotech e Pure Air Zone si sono rivolte al Tar per ottenere l’annullamento delle sanzioni, sostenendo in un ricorso molto articolato di non aver ingannato i clienti e di essersi subito adoperate "per porre in essere tutti gli accorgimenti necessari per eliminare i rilievi mossi". Una tesi bocciata su tutta la linea. I giudici hanno innanzitutto inquadrato lo scenario dell’epoca: "Il momento iniziale di tali condotte è collocabile in un contesto in cui la capacità di valutazione dei consumatori risultava già alterata dalla situazione di particolare allarme sanitario, dovuta alla rapida e ampia diffusione del contagio nei mesi precedenti".

Non basta : anche a campagna vaccinale avviata, "la pandemia da Covid-19 è stata caratterizzata da una recrudescenza del fenomeno, che ha comportato l’adozione di varie misure di contenimento, graduate in funzione della gravità della situazione sanitaria". Di conseguenza, la conclusione, "non può dubitarsi che il riferimento alle qualità protettive dei dispositivi commercializzati" dalle due aziende "fosse idoneo a esercitare sui consumatori un’indebita pressione all’acquisto".

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