
Moschea in città
Milano, 1 agosto 2019 - La Regione Lombardia boccia il Piano di Governo del Territorio (Pgt) del Comune di Milano relativamente al capitolo da sempre più sensibile e più critico nei rapporti tra l’una e l’altra amministrazione: i luoghi di culto, esistenti o di nuova istituzione, ora da discplinare attraverso il Piano delle attrezzature religiose (Par). Ad elencare le presunte mancanze contenute nei piani urbanistici di Palazzo Marino è l’assessore regionale al Territorio, Pietro Foroni, al termine della riunione della Giunta lombarda. Il riferimento, quando si parla di luoghi di culto esistenti ma, a detta della Regione, sprovvisti di titoli abilitativi è soprattutto ai luoghi di culto islamici.
«È stato approvato dalla Giunta regionale della Lombardia il parere sulla “compatibilità del Piano di Governo del Territorio” del Comune di Milano con la normativa regionale. Pareri positivi in alcuni ambiti, quali l’approccio innovativo sul tema dell’abitare, sull’insediamento di esercizi di vicinato nei quartieri e sulla funzione di salvaguardia riconosciuta all’attività agricola. Restano invece diverse criticità inerenti il Piano delle attrezzature religiose» si legge nella nota diramata da Palazzo Lombardia.
E proprio a tal proposito l’assessore Foroni rileva che «purtroppo si è dovuto prendere atto che il Comune di Milano non ha dato risposte a tutte le osservazioni che avevamo già presentato in sede di Valutazione Ambientale Strategica un anno fa in merito soprattutto al Piano delle attrezzature religiose. Le criticità rilevate dagli uffici regionali al Piano milanese – prosegue Foroni – sono numerose e riguardano vari ambiti dello stesso, ma le più rilevanti sono senz’altro il Piano delle attrezzature religiose, dove vi sono numerose mancanze e lacune. Innanzitutto sui luoghi di culto cosiddetti pre-esistenti e che il Comune indica in numero di 10, ma sui quali di fatto non sono allegati i titoli abilitativi che dimostrino che questi abbiano già una destinazione d’uso.
Secondariamente, sugli edifici inseriti tra i luoghi di culto di nuova previsione, non è allegata alcuna documentazione che consenta di verificare la sussistenza dei parametri urbanistici richiesti dalla Legge regionale 12 del 2005 nonché gli impatti ambientali e territoriali delle nuove attrezzature previste». «Il Comune – conclude l’assessore regionale – indica il rispetto della normativa senza tuttavia concretamente dimostrarlo. Infine critichiamo fortemente la previsione di una distanza convenzionale di 100 metri l’una dall’altra per tutte le realtà religiose, una decisione anch’essa che non viene minimamente motivata dal Comune e che appare decisamente fuori luogo per una realtà così ampia e variegata come Milano. Ricordo che il parere espresso da Regione Lombardia, benché molto critico, non è per nulla politico ma esclusivamente tecnico. Mi auguro che il Comune di Milano si adegui, così come ogni Comune deve fare in base alla normativa vigente, alle prescrizioni dedotte. Adesso toccherà al Consiglio comunale ed ai relativi componenti dare risposte a quanto indicato nel parere».
giambattista.anastasio@ilgiorno.net