Morti al Pat, per i pm da archiviare. Le famiglie: "Imputazione coatta"

La giudice si è riservata di decidere, la Procura ritiene inutile il dibattimento perché manca il "nesso causale"

La sede storica del Pio Albergo Trivulzio

La sede storica del Pio Albergo Trivulzio

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Milano - Sono 150 le famiglie che attendono giustizia e combattono perché i 400 morti nelle Rsa non vengano dimenticati. La "strage dei nonni" è stata una delle pagine più dolorose della tragedia conseguita al Covid. Ieri in udienza c’erano i figli, i fratelli e i parenti degli anziani deceduti che si sono opposti alla richiesta di archiviazione e chiedono l’imputazione coatta dei dirigenti del Pio Albergo Trivulzio. Per loro la strage poteva essere evitata e qualcuno dovrà risponderne. La Procura, invece, ribadisce la necessità di archiviare, perché è impossibile dimostrare il "nesso causale" tra morte e colpa degli imputati. "Le condotte messe in atto dai dirigenti, di fatto, non avrebbero cambiato l’esito della situazione", ha detto il pm Mauro Clerici. "Un dibattimento - ha detto il pubblico ministero in aula - non sarebbe in alcun modo utile, anche perché non porterebbe a un esito diverso da quello attuale". La gup Alessandra Cecchelli si è riservata e dovrebbe comunicare la propria decisione nel giro di qualche giorno. Ieri hanno preso la parola i legali che assistono una trentina di parti offese. Tra loro anche l’avvocato Luigi Santangelo, che, tra gli altri, assiste "Felicita", la principale associazione milanese per i diritti degli ospiti nelle Rsa nata dal comitato vittime del Pio Albergo Trivulzio, che ha chiesto alla gup Cecchelli di disporre l’imputazione coatta per il direttore generale Giuseppe Calicchio e per un’altra dirigente della struttura, epidemiologa responsabile della sicurezza all’interno dell’istituto.

In subordine il legale di "Felicita" ha chiesto alla gup di ordinare un supplemento di indagini e, in ultima istanza, di ritrasmettere gli atti alla Procura per nuove contestazioni in materia di violazioni del testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Intanto il presidente di "Felicita", Alessandro Azzoni ha fatto sapere che una delegazione del Ctp, il Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene e trattamenti inumani del Consiglio d’Europa ha effettuato una visita in Italia, in varie strutture tra cui alcuni istituti penitenziari e rsa, tra questi, appunto, anche il Pio Albergo Trivulzio. Le relazioni, di cui non si conosce l’esito, sono state consegnate al ministro della Giustizia Marta Cartabia. I parenti ora attendono la decisione del giudice, convinti che solo una sentenza a loro favorevole potrà restituire la dignità ai troppi morti. "Abbiamo grande fiducia che la giudice accolga la nostra richiesta di opposizione all’archiviazione", ha detto Azzoni fuori dall’aula.

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