
Lisa Digrisolo
Milano, 12 febbraio 2021 - I disegni di abiti da sera sontuosi sono ancora sulla scrivania della cameretta. Nessuno li ha spostati. Le sue foto, ovunque: all’ingresso vicino a un vaso di rose fresche, dentro le cornici sui ripiani della libreria e sui comodini. "Il suo sorriso continua a darci forza, anche se non ce ne faremo mai una ragione: la nostra vita di prima non c’è più, se n’è andata con Lisa il 21 aprile del 2016". Sono passati quasi 5 anni dalla morte di Lisa Digrisolo, travolta e uccisa a 18 anni e mezzo da un Frecciarossa alla stazione di Milano Certosa dopo aver attraversato i binari con le cuffiette che le sparavano musica nelle orecchie, mentre andava a scuola. Mamma Nicoletta e papà Enzo trovano oggi la forza di ricordare la loro figlia.
"Faremo i conti per tutta la vita con questa tragedia. Vorremmo però che la sua morte almeno servisse a evitarne altre, che in ogni stazione ci fossero le barriere per impedire il passaggio a piedi sui binari. A Certosa sono state messe ma in altre no. Basterebbe poco per evitare un dolore che non si può spiegare. Nessuno nella vita merita di provare ciò che stiamo provando noi, è terribile, non c’è giorno che passi senza pensare a Lisa".

Fiera, coraggiosa, determinata, sognava di diventare una modella "ma farsi scattare foto e sfilare era più un gioco che un lavoro per lei - ricorda il papà -, che a dispetto delle apparenze non amava essere al centro dell’attenzione. Quando camminavamo insieme, la situazione era quasi imbarazzante perché gli occhi della gente erano sempre puntati su di lei: alta 1 metro e 86, snella, con i tratti del volto mediorientali, attirava l’attenzione di tutti". Nicoletta interviene sottolineando che "non si sentiva ‘migliore’ o più bella delle altre ragazze, anzi quando era insieme alle amiche incoraggiava tutte, era molto espansiva. Io non ho mai visto mia figlia triste: la sua voglia di vivere era contagiosa. Non era per niente un tipo silenzioso né tranquillo, anche a casa parlava sempre o cantava".
Fan di Rihanna e del gruppo Incognito, "cercava i suoi spazi e la sua libertà, e come tutti gli adolescenti voleva stare lontana dai genitori ma non ci negava il suo affetto". Un bacio alla mamma immortalato durante una vacanza in Sicilia, la foto con il papà durante un altro momento spensierato, altri attimi di felicità custoditi tra i ricordi oggi non possono che far scendere le lacrime "ma noi non vogliamo smettere di vivere, perché sappiamo che lei non lo vorrebbe. E abbiamo una missione: ricordarla, sempre. Viviamo anche per lei". Mamma e papà, impiegati, ogni sabato vanno a trovarla al cimitero di Bruzzano e ogni 21 aprile organizzano una messa in sua memoria. "Ci fa piacere che alcuni amici, come Elisabetta Fretto, non abbiano mai smesso di darci conforto. Al cimitero ci capita a volte di trovare un fiore fresco o un biglietto per Lisa, e questo significa tanto per noi". Per Lisa c’è anche un murale dipinto in un corridoio della scuola che frequentava, l’Istituto Santa Caterina da Siena in viale Lombardia. Dedicato a lei pure un roseto in cortile, "in onore della sua bellezza, esteriore ma soprattutto interiore, che nessuno potrà mai cancellare".
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