MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Addio Mary, in prima linea tra i malati

L’infermiera del reparto Covid del San Carlo si è tolta la vita in casa. Il cordoglio di colleghi e ospedale

Un'infermiera (foto generica)

Milano, 30 aprile 2020 - Il «suo» mare sulla copertina del profilo Facebook. Lei, lo sguardo sognante e un sorriso accennato. E poi la foto-simbolo con la mascherina sul viso e l’hashtag #iorestoacasa , "noi infermieri non possiamo ma voi sì". Nessuno saprà mai quale macigno pesava sul cuore di Mary, infermiera quarantenne dell’ospedale San Carlo che si è tolta la vita, in casa, due giorni fa. Una delle ipotesi, difficile non farla vista la situazione, è che non abbia retto allo stress e forse al dolore di trovarsi ogni giorno faccia a faccia con la sofferenza, tra i malati di un reparto Covid nel quale era stata trasferita a seguito dell’emergenza.

Originaria della Sicilia , lavorava a Milano da tempo e, stando a quanto racconta chi la conosceva, era una donna allegra, solare, gentile e sorridente anche se molto riservata. Nessuna ombra di depressione, nulla che potesse lasciare presagire un atto estremo. Nessuno tra familiari e amici avrebbe mai immaginato un gesto del genere, eppure è stata trovata senza vita, impiccata. Lascia un marito e due figli. Non ha lasciato biglietti o messaggi per spiegare in qualche modo il suo gesto. Dall’ospedale arrivano parole di cordoglio. Dalle informazioni a disposizione, l’infermiera prestava attualmente servizio in un reparto Covid verde, riservato a chi è affetto dal virus ma che è in grado di respirare autonomamente, quindi senza bisogno di una mascherina per l’ossigeno né di un casco Cpap per la ventilazione. Lì era stata trasferita da un altro reparto, dopo la riorganizzazione del personale per far fronte all’emergenza Covid. Può essere che non abbia retto ai ritmi, a tutto quel dolore quotidiano. Lei che peraltro avrebbe subìto un lutto importante alcuni anni fa, perdendo un familiare che, stando a quanto risulta al Giorno , era stato ricoverato sempre al San Carlo. Ora non è ancora chiaro quale sia il motivo del gesto: un trauma legato al suo rapporto quotidiano con il virus? Problemi personali? Un insieme di più motivazioni?

Alla base potrebbe esserci anche il timore di "una nuova ondata di casi", che alcuni temono potrà arrivare quando riapriranno gradualmente le attività dal prossimo 4 maggio. Intanto, questo suicidio è il terzo compiuto da infermieri: si erano già tolte la vita una quarantanovenne che lavorava a Jesolo e una trentaquattrenne a Monza, che lavoravano a contatto con i pazienti malati di coronavirus.