REDAZIONE BERGAMO

Tragedia in quota, l’alpinista bergamasco Fabio Medici muore sul Monte Bianco travolto da un seracco

Il 49enne di Lurano (ma residente a Zanica) è stato investito dalla massa di ghiaccio e neve mentre si trovava sul versante francese insieme a un amico, che è rimasto illeso

Soccorsi sul Monte Bianco (foto di archivio)

Soccorsi sul Monte Bianco (foto di archivio)

Milano, 25 agosto 2025 – Una nuova tragedia della montagna scuote l’alpinismo lombardo. Un 49enne originario di Zanica, nella Bergamasca, è morto ieri mattina verso le 6 del mattino nel gruppo del Monte Bianco. La vittima è Fabio Medici, originario di Lurano (dove vive ancora la mamma) ma residente a Zanica.

La tragedia si è consumata sul Mont Blanc du Tacul lungo il versante francese del Monte Bianco ed emersa solo nella giornata odierna. L'alpinista lombardo è morto a seguito dell'improvviso distacco di un seracco. L'uomo si trovava assieme a un compagno di cordata anche lui originario della Lombardia e travolto dalla stessa massa di ghiaccio e neve. Diverso e più fortunato il suo destino: è rimasto illeso ed è stato soccorso dal Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne (Pghm) di Chamonix.

Cos’è il seracco

Come detto, a uccidere l’alpinista quarantenne è stato un seracco, cioè un blocco di ghiaccio (a forma di torre o pinnacolo) separatosi durante il movimento di un ghiacciaio a seguito dell'apertura di crepacci trasversali e longitudinali. Ulteriori movimenti di solito fanno cadere i seracchi, o li fanno rinsaldare tra loro. Al contrario della valanghe, il crollo di un seracco è più difficile da prevedere. Perché di norma non dipende dalle condizioni meteorologiche del momento, ma dai meccanismi che regolano il movimento del ghiacciaio.

I precedenti

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Solo il 17 agosto un altro alpinista lombardo, il brianzolo Davide Migliorino, aveva perso la vita il monzese Davide Migliorino, di 36 anni. L'incidente era avvenuto sulla cresta del Brouillard, a 4.030 metri di quota. Sul posto è intervenuto il Soccorso Alpino Valdostano, che ha recuperato il corpo e lo ha portato a Courmayeur. Trentasei anni, nato a Monza, cresciuto a Cavenago Brianza e residente a Treviglio, in provincia di Bergamo, Migliorino insegnava fisica alla scuola superiore Leonardo Da Vinci di Cologno Monzese. Era considerato un alpinista esperto. Insieme a due compagni di cordata - rimasti illesi - procedeva slegato sulla cresta: in un passaggio si è attaccato a una roccia che ha ceduto ed è precipitato. Le indagini sono affidate alla Guardia di Finanza di Entrèves.

Il 15 agosto, invece, è morto l’alpinista milanese Luca Sinigaglia. Si trovava a 6.800 metri di quota sul Pobeda, montagna del Kirghizistan quando è stato stroncato da un edema cerebrale dopo aver tentato per la seconda volta di portare aiuto alla collega Natalia Nagovitsyna, l’alpinista russa di 47 anni rimasta bloccata sulla catena del Tien Shan, il Pik Pobeda (7.439 metri), “Picco della Vittoria” al confine tra Kirghizistan e Cina. Le ricerche del corpo di Sinigaglia sono state sospese per via delle condizioni meteo ma anche per ostacoli burocratici. E anche la donna è stata dichiarata morta.