
La Galleria Vittorio Emanuele II
Milano, 29 novembre 2018 - Dopo Yves Saint Laurent, un altro marchio francese del lusso potrebbe presto approdare in Galleria Vittorio Emanuele. Stavolta si tratta di Moncler, che ha avanzato la propria candidatura per il locale e le vetrine che oggi ospitano l’Urban Center. Il bando si è chiuso alle 12 di martedì e ieri la commissione ha aperto le buste relative alle offerte tecniche (per le quali si possono ottenere massimo 60 punti sui 100 complessivi), vagliando quindi la coincidenza tra i dettagli della proposta di subentro e i requisiti fissati nel bando di gara. La destinazione di utilizzo prevista per gli spazi dell’Urban Center è quella commerciale, con l’esplicita esclusione dell’attività di ristorazione.
Una sola l’offerta da valutare: quella di Moncler, appunto. In assenza di concorrenti le sorti della candidatura del noto brand dell’abbigliamento dipenderanno esclusivamente dalla congruità dell’offerta economica, che sarà vagliata dalla commissione indicativamente entro 15 giorni. La base d’asta fissata da Palazzo Marino per il canone d’affitto dell’Urban Center è di quasi 1,2 milioni di euro all’anno, per l’esattezza 1.196.800 euro.
E lo spazio si estende su 748 metri quadrati. Un importo calcolato sulla base dei dettami dell’Agenzia delle Entrate. Un’offerta non importa di quanto superiore all’importo appena riportato sarà quindi sufficiente perché sotto le volte della Galleria Vittorio Emanuele possa aprre un altro brand del lusso. Come detto, soltanto lunedì i giudici del Tar hanno dato il via libera all’arrivo dello store di Yves Saint Laurent, precisamente negli spazi già occupati da Nara Camicie. A sbarrare la strada al marchio transalpino erano stati i ricorsi promossi da Luxottica e Moreschi, classificatesi al secondo e al terzo posto. Contratti, quelli già firmati e qualli che saranno firmati entro la fine dell’anno in corso, che consentono a Palazzo Marino di proseguire l’opera di valorizzazione della Galleria e di aumentare gli incassi originati dagli spazi commerciali che la scandiscono, secondo una riforma partita ormai nel 2012 con l’allora vicesindaco Lucia De Cesaris. Solo nei primi 7 mesi del 2018, il Comune ha aggiudicato 10 locali per un valore di 12,5 milioni di euro di canone annuo. Un salto in alto rispetto al 2017, quando era stata aggiudicata la metà dei lotti per un valore di 4,8 milioni. Nel 2018 l’esecutivo di piazza Scala ha previsto un incasso di 34 milioni.