Il piccolo Momo investito e ucciso in via Bartolini: bastava poco per evitare la tragedia

Milano, Nour Amdouni resta in cella con l'accusa di omicidio stradale aggravato

Mohanad “Momo” Moubarak, il bambino di 11 anni travolto e ucciso in via Bartolini

Mohanad “Momo” Moubarak, il bambino di 11 anni travolto e ucciso in via Bartolini

Milano, 3 settembre 2022 - ​C’erano le condizioni ideali, quella sera, perché Momo in bicicletta non venisse travolto. Dalle immagini della telecamere la strada appare completamente sgombra di auto, ben illuminata, le carreggiate ampie. Al ragazzo che guidava la Smart sarebbe bastata una minima sterzata, la semplice attenzione per evitare di prendere in pieno Mohamad "Momo" Moubarak, il bimbo di 11 anni investito e ucciso quasi un mese fa in via Bartolini angolo viale Monte Ceneri. E per ora Nour Amdouni, il ventenne italo-marocchino che nemmeno si fermò dopo l’impatto, rimane in carcere. Indagato per omicidio stradale aggravato, per due volte ha chiesto gli arresti domiciliari e per due volte giudici diversi glieli hanno negati, in linea con il parere negativo espresso dal pm Rosario Ferracane. Quando travolse il piccolo ciclista, Amdouni guidava senza la patente che non ha mai preso, era sotto gli effetti della droga, viaggiava a 90 chilometri orari in centro abitato e per di più aveva anche la gamba sinistra ingessata. Accusato di omicidio stradale con l’aggravante della fuga, si costituì solo 4 ore dopo alla polizia stradale, mentre erano già in corso le indagini del Nucleo radiomobile della polizia locale.

Nel negargli per la seconda volta la scarcerazione, il giudice ha osservato che il ragazzo non ha mostrato, nel corso dell’interrogatorio di convalida, di aver preso coscienza della gravità complessiva del proprio comportamento, e anche per questo gli arresti a casa potrebbero non bastare a contenerne la pericolosità. Del resto il gip Fiammetta Modica, nell’ordinare la custodia cautelare per lui, aveva già osservato come Amdouni ha"ampiamente dimostrato di non aver alcuna capacità di contenimento ed autocontrollo, essendo ragionevole e logico ipotizzare che lo stesso - totalmente privo di umanità e pietà in occasione del sinistro - possa agevolmente violare l’eventuale misura più gradata degli arresti domiciliari e, anche ponendosi alla guida di altri mezzi (di cui dimostra di avere capacità di disporre agevolmente pur non avendo la patente di guida), commettere altri reati" dello stesso tipo.

Nel frattempo è stata fissata per mercoledì, davanti al tribunale della libertà, la discussione sul ricorso presentato dalla difesa del ventenne contro l’ordinanza che l’ha mandato a San Vittore. Oltre un centinaio di persone invece, subito dopo ferragosto, accompagnarono commossi l’ultima corsa di Momo verso il cimitero di Bruzzano, dove riposa, con le corone di fiori appoggiate sulla bara bianca. Con lui il papà Abdullah detto Mimmo, il fratello maggiore e le sorelle che gli facevano da mamma (aveva perso la sua a maggio del 2020), alcuni compagni della scuola media Puecher, la preside, familiari, conoscenti e amici. A portare il cordoglio della città, era intervenuta la vice sindaco Anna Scavuzzo.

Mario Consani

 

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