Milano – La sede lombarda dell’Agenzia del Demanio, in corso Monforte, sarà riscaldata sfruttando il calore dell’acqua delle fogne. L’impianto sarà realizzato da MM spa nell’ambito dei progetti di sostenibilità ambientale ed economia circolare.
Idea innovativa
“Dopo lunghe interlocuzioni – ha annunciato Francesco Mascolo, amministratore delegato di MM – siamo giunti a un accordo di collaborazione con l’Agenzia del Demanio per l’immobile in corso Monforte e per il quale ci hanno chiesto di fornire idee innovative per l'efficientamento energetico: dal calore delle fogne recupereremo calore, un progetto di cui andiamo particolarmente orgogliosi”.
Come funziona
“Quando facciamo la doccia, scarichiamo la lavatrice e lavastoviglie – ha spiegato Mascolo – tutta l'acqua reflua contiene energia e con questo progetto andiamo a recuperarla, senza doverla pagare. Come si fa questo? Attraverso l'installazione di uno scambiatore sul fondo del condotto fognario che scambia con il fluido freddo il calore dell'acqua di fognatura che invece abbiamo monitorato non scendere mai in certi tratti sotto i 18 gradi centigradi, anche d'inverno. Con questo calore andiamo a generare quel salto termico del fluido di lavoro, che mandato a una pompa di calore acqua-acqua, fa si che si raggiunga una temperatura tale per cui, in certe condizioni, basta da sola la pompa di calore a condizionare l'aria, riscaldando l'ambiente oppure va a integrare l'effetto di una caldaia che consuma metano, riducendo notevolmente il fabbisogno di combustibile fossile, il metano in questo caso. Il tutto permette di abbattere notevolmente le emissioni di CO2 nell'ambiente".
Il palazzo del Campanini
Il palazzo del Demanio in corso Monforte 32 è un edificio di particolare interesse storico e architettonico, essendo un esempio di Liberty molto ben conservato. Venne realizzato nel 1911 su progetto di Alfredo Campanini, protagonista del liberty milanese insieme a Giuseppe Sommaruga, e famoso in città soprattutto per la residenza che porta il suo nome in via Bellini 11, caratterizzata dalle grandi cariatidi all’ingresso. L’architetto Campanini morì a 53 anni il 9 febbraio del 1926 sotto le macerie dello stabile da lui progettato in costruzione in viale Umbria 74: durante il sopralluogo in cantiere, l’impalcatura sulla quale si trovava collassò insieme a un’ala del palazzo (le cui fondamenta risultarono compromesse dagli allagamenti dei giorni precedenti della Roggia Gerenzana).