NICOLA BARONI
Cronaca

Clima, l'attivista milanese Miriam Martinelli: "Più di me, ascoltate gli scienziati"

La 16enne è appena tornata da Losanna. "Non chiamatemi la Greta italiana"

Miriam Martinelli e i giovani in marcia per l'ambiente

Milano, 11 agosto 2019 - «Non chiamatemi la Greta italiana». Ma siete pure coetanee... «I media cercano personaggi e non parlano del problema. Poi siamo molto diverse. Lei è più informata, io sono una sognatrice. E sono una chiacchierona». Miriam Martinelli è un’attivista di San Donato Milanese di Fridays For Future, il movimento dei giovani per il clima nato sull’esempio della svedese Greta Thunberg. Ha 16 anni e studia Agraria. A marzo ha guidato la manifestazione milanese del movimento e è appena tornata da Losanna, dove 450 ragazzi da 38 paesi (30 gli italiani) dal 5 al 9 agosto hanno discusso il programma e i prossimi obiettivi di FFF, tra cui una settimana di manifestazioni dal 20 al 27 settembre.

La scelta più difficile a Losanna?

«Definire che richieste dovesse fare il movimento. Un’idea era fare tre richieste molto generali, la seconda era fare tantissime richieste più specifiche. Siamo arrivati alla conclusione che, essendo ragazzi e non esperti, era meglio restare sul generale. Una delle tre richieste che avanziamo è proprio quella di ascoltare gli scienziati dell’Ipcc».

Come vi organizzate nel movimento?

«Usiamo Discord e Telegram. Il primo è una piattaforma molto usata dai videogiocatori. Permette di avere un gruppo generale e tanti gruppi di lavoro visualizzabili da chiunque. Per essere trasparenti».

Come si è trovata a capo del ramo milanese del gruppo?

«Non sono il capo, né il leader, ma un’attivista come tutti. Sono stata una delle ragazze che ha iniziato a saltare i venerdì di scuola. Mi impegno molto nel movimento e mi piace guidare un corteo».

Come è stata la prima volta?

«Appena ho scoperto dell’esistenza degli Strike For Future mi sono buttata in piazza, il primo venerdì che capitava: era il primo febbraio. Alle 9.30 c’erano solo altri due ragazzi, un universitario e una delle superiori. Poi pian piano sono arrivate altre persone, eravamo circa 80. Abbiamo fatto cori e un minicorteo in piazza Scala. Anche in quel caso ho guidato il gruppo perché ero la più giovane».

Si diceva rischiasse la bocciatura per le assenze.

«Per fortuna son riuscita a rimanere nei limiti consentiti. Sono passata senza debiti e con la media del 7».

L’anno prossimo potrebbe essere un problema.

«Bisogna vedere, perché se sciopero ogni venerdì di scuola è un casino. Mi dispiacerebbe perdere un anno, però d’altronde sono disposta. La mia vita era molto meno complicata prima. Da quando mi sono resa conto di quello che sta accadendo mi sento obbligata a scioperare».

L’obiettivo?

«Spingere i media a parlare della crisi climatica e i governi a impegnarsi per cambiare rotta».

Non temete che quella climatica sia una moda?

«Non può essere una moda parlare del rischio che corre tutta l’umanità».

Le sue materie preferite?

«Agraria, zoologia e zootecnia. Mi piacerebbe studiare Agraria anche all’Università e poi magari aprirmi una piccola azienda».