SIMONA BALLATORE
Cronaca

E' morta Miriam Dubini, autrice milanese di libri per bambini: "Portavi colore ovunque"

La scrittrice 41enne si è spenta in seguito ai postumi di un incidente stradale accaduto a metà luglio

Miriam Dubini

Milano, 22 agosto 2018 - «Un libro, come una bici ti porta dove vuoi. Su strade inventate per lasciarti senza fiato», lo scriveva Miriam Dubini, pedalando da una storia all’altra, da “Il viaggio di Sama e Timo” alla trilogia “Aria”, con uno sguardo sempre rivolto a quei ragazzi e piccoli lettori che oggi perdono una guida nel mondo delle avventure di carta e non solo. A 41 anni Miriam Dubini ha smesso di lottare: era rimasta vittima di un incidente a metà luglio, lascia un bimbo di 2 anni. La piange la Sergio Bonelli Editore, dandone l’annuncio. La piange l’editoria tutta. Nata a Milano, romana d’adozione per lavoro, con un laurea in Semiotica e una tesi sulla narrazione di fiabe, tornava spesso nella sua città natale anche per i suoi mille progetti in cantiere. Ha firmato romanzi per ragazzi, ha spaziato nel fantasy, con la sua prima saga e la streghetta Leila Blue, ha scritto spettacoli circensi, film.

«Ho conosciuto Miriam in una freddissima mattina d’inverno – ricorda l’amico e disegnatore Andrea Artusi –. Ero andato a prenderla per accompagnarla a un incontro di presentazione della saga letteraria di Leila Blue, che l’aveva portata al successo e alla notorietà come autrice, e mi aspettava di fronte all’hotel in cui aveva pernottato con una valigia gialla ai suoi piedi e una sciarpa variopinta attorcigliata attorno al collo. Quella pennellata di colore nel grigio di quella mattina mi sono sempre rimasti negli occhi e descrivono per me meglio di qualsiasi altra parola chi era e com’era Miriam». «Era una donna che portava colore, euforia, una ventata di allegrezza ovunque andasse trascinando in questo suo modo di essere chiunque conoscesse – continua Artusi –. Fu così per noi, diventammo subito amici». L’idea di collaborare assieme venne naturale fin da subito: lei era una grande appassionata di fumetti e in particolare della testata della Sergio Bonelli Editore per cui lavoravo Artusi. «Come spesso accade nel mondo dell’editoria ci vollero anni perché quello che avevamo immaginato prendesse forma e alcune sue cose sono a tutt’oggi inedite».

Fra le collaborazioni fresche di stampa il romanzo su Nathan Never. «Suona come un bizzarro, tragico e assurdo gioco del destino – scuote la testa l’amico e collega – che proprio nei giorni in cui stavamo, con un entusiasmo tra lo sciocco e il fanciullesco, iniziando a programmare gli incontri di promozione del suo bellissimo romanzo dedicato alla giovinezza di Nathan Never sia arrivata la notizia orribile dell’incidente di cui era stata vittima. Un mese di speranze, preghiere, pensieri e poi la fine. Il mondo letterario italiano perde con lei una scrittrice di grande talento e fantasia, che aveva solo iniziato a esprimere il suo talento. La sua famiglia una madre. Io una persona cara». «Ci siamo incontrati a Bookcity – ricorda anche Antonio Serra, il papà di Nathan Never –. Ricordo il suo entusiasmo, una lunga chiacchierata creativa, la capacità di trasmettere il buon umore. Appassionata di fumetti, appassionata scrittrice, amava il suo lavoro e centrava l’aspetto emotivo e umano dei personaggi che per lei dovevano uscire dalla gabbia, anche se dorata, per non accartocciarsi su se stessi e per riuscire a comunicare con le generazioni successive».