Il sindaco Giuseppe Sala al Governo: “A Milano 1.500 minori non accompagnati, intervenire con urgenza”

Secondo il primo cittadino, il sistema di accoglienza è del tutto inadeguato: sono quasi tutti maschi e in gran parte si nascondono in assenza di alternative. Serve umanità”

Il sindaco Sala con il ministro Piantedosi e il prefetto Saccone

Il sindaco Sala con il ministro Piantedosi e il prefetto Saccone

Milano - “Rispetto alle narrazioni che si fanno sulle grandi città, e quindi anche su Milano, avvengono dimenticanze che rischiano di essere colpevoli. Non si sottolineano abbastanza questioni fondamentali, forse perché sono poco popolari o inadatte a essere ’vendute’ al grande pubblico. In questo caso però è impossibile voltarsi dall’altra parte. Sto parlando dei minori stranieri non accompagnati, che arrivano a Milano“. Così il sindaco Giuseppe Sala nel suo podcast “Buongiorno Milano“.

“L’anno scorso i ragazzi stranieri privi di accompagnamento e intercettati dai nostri servizi sono stati quasi un migliaio. Quest’anno, finora, i nuovi minori privi di accompagnamento arrivati in città sono già più di 200. Tenendo conto anche di quelli che si nascondono, che non si riesce a intercettare, riteniamo che ci sia una presenza totale intorno ai 1.500 minori (per inciso, sono quasi totalmente maschi)“, spiega il sindaco, che sottolinea come si tratti di un tema che merita una risposta urgente, “anche in termini di sicurezza, ma anzitutto di umanità“ Da Sala la richiesta al governo è “responsabilità e umanità“.

Il che significa in questo caso anche risorse. Per esempio: non è ancora stata attivata nel territorio della città di Milano una struttura governativa di prima accoglienza. E questa è la prima richiesta che ho avanzato al governo e sulla quale continuerò ad insistere“. “Le forze dell’ordine rilevano molti casi di minori segnalati per comportamenti illegali, di varia natura. La collocazione normale di tutti questi ragazzi e ragazze“ spiega Sala - presso la struttura di ospitalità temporanea in Casa Jannacci, e ciò grazie all’intervento del Comune. C’è ancora un chiaro gap tra gli arrivi e i collocamenti in strutture protette. Questa differenza è dovuta a due fattori decisivi, cioè certamente la mancanza di posti, ma anche gli allontanamenti volontari dei ragazzi stessi".

“I nostri servizi“,  prosegue il sindaco - si trovano nella condizione di dover accogliere più minori rispetto alle capienze massime previste, con soluzioni improvvisate, che a volte non garantiscono la qualità dell’accoglienza. L’elevato numero di allontanamenti volontari è poi parte del problema. Faccio un esempio: a Casa Jannacci, 209 minori, su 346 accessi, si sono allontanati. I ragazzi tendono spesso a non aderire a un percorso di integrazione del genere. Parecchi di loro erano stati accompagnati dopo essere stati colti in flagranza di reato. Registriamo infatti un incremento dei minori che commettono reati e restano indagati a piede libero, per via della saturazione del circuito penale minorile”.

"Noi- continua Sala – mettiamo a disposizione il massimo sforzo attivando tutti i servizi di cui siamo capaci, ma la gestione di questo fenomeno riguarda lo Stato. La saturazione e l’inadeguatezza del sistema di accoglienza a livello nazionale genera tempi lunghi di permanenza nelle strutture emergenziali, addirittura fino a 8 mesi. E succede spesso che in città arrivano ragazzi da molti mesi sul territorio nazionale, che non sono mai stati adeguatamente presi in carico. Non dimentichiamo che parliamo di minorenni, spesso poco più che ragazzini, con tutto quello che hanno vissuto nei luoghi di origine e nel percorso che li ha portati qui. Se non seguiti, se non aiutati a stare in percorsi di integrazione efficaci, sono persone a rischio”.

Al governo, conclude Sala “chiedo responsabilità, umanità. Il che significa in questo caso anche risorse. Per esempio: non è ancora stata attivata nel territorio della città di Milano una struttura governativa di prima accoglienza. E questa è la prima richiesta che ho avanzato al governo e sulla quale continuerò ad insistere”.

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