
Allarme sesso e minorenni
Milano, 16 settembre 2016 - A Milano un ragazzo su 3, tra i 13 e i 16 anni, ha divulgato immagini a sfondo sessuale di sé o di amici attraverso l’uso massiccio di Whatsapp o SnapChat. Il preoccupante dato emerge da un’indagine dell’Osservatorio «Sos Stalking», fondato nel 2010 dall’avvocato Lorenzo Puglisi. Il sexting (mandare messaggi a sfondo sessuale), è un fenomeno in allarmante crescita, non solo fra adolescenti, ma anche fra gli over 40. Si tratta di una pratica molto pericolosa, perché espone fortemente al rischio di diventare vittime di ricatti o di cyberbullismo. In quasi un caso su tre i video o le foto vengono poi usati come arma di ricatto.
Le ultime due vittime, in ordine di tempo, sono state Tiziana Cantone (31enne uccisasi dopo che alcuni suoi filmati hard sono diventati virali in rete) e una minore (filmata da altre ragazzine mentre veniva violentata nei bagni di una discoteca di Rimini). Secondo un recente sondaggio condotto da Telefono Azzurro, il 41,9% dei ragazzi non ci vede nulla di male nel mandare foto o video a sfondo sessuale ad amici e conoscenti. Così come il 16,1% si fida della persona cui ha inviato il materiale via sms o mms. Immagini, testi e filmati sexy vengono ricevuti spesso da amici (38,6% dei casi), dal proprio ragazzo/a (27,1%), da conoscenti (9,9%), ma in alta percentuale anche da estranei (22,7%). Dall’indagine emerge anche che il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha fatto sexting. Secondo l’Osservatorio «Sos Stalking», poi, il 15% dei casi osservati di sexting sviluppa un modello di dipendenza ossessiva da cui derivano depressione e altri disturbi. Di questo 15%, un 10% giunge a tentare il suicidio.
Dal dicembre 2012 a oggi, in Lombardia è stato registrato un aumento delle denunce relative al sexting pari al 35%. Le conseguenze di questi comportamenti non vanno sottovalutate: «Il 60% dei soggetti che inviano questo tipo di scatti – sottolinea Puglisi – sviluppa un forte senso di ansia e di stress per il pentimento e per la paura che terzi possano fruire delle immagini e nel 30% dei casi (dati registrati da Sos Stalking) le foto vengono utilizzate per ricattare le vittime, per estorcere denaro, favori sessuali o, in alcuni casi, se si tratta di compagni di scuola, anche versioni di latino o greco«. Solo il 10% dei genitori è al corrente di questo fenomeno e almeno nel 50% dei casi i genitori sarebbero pronti a garantire che i figli non avrebbero mai fatto nulla di simile. Secondo recenti indagini sarebbero circa 12mila gli autoscatti rubati ai minori che ogni 40 ore approdano sul web. La cosa migliore da fare, spiega l’avvocato, «è non diffondere autoscatti hard, poiché già con la prima condivisione si perde il controllo dell’immagine». Ma se si commette l’errore «l’unica possibilità per arrestare il ‘cammino/circolare’ dell’immagine è rivolgersi alla polizia postale». Una volta effettuata la segnalazione, «la polizia postale si farà carico di individuare il responsabile della pubblicazione e della diffusione dell’immagine del minore e poi proverà a rimuoverla definitivamente dal web».