
"Siamo molto preoccupati per quanto sta succedendo lì, ognuno di noi ha parenti e amici in Israele. E ci sono tanti che fanno fatica a rientrare in Italia. Ma su Milano non abbiamo particolari apprensioni, abbiamo ricevuto la solidarietà di tutti". Parole chiare pronunciate da Milo Hasbani, vicepresidente dell’Unione comunità ebraiche e responsabile della sicurezza a Milano. La comunità ebraica milanese è sotto choc, come tutti, per quanto sta accadendo e si prepara, oggi, ad una riunione "ristretta" del direttivo con un tema all’ordine del giorno su Israele e "su quello che possiamo fare a Milano". Sempre che, aggiunge Milo Hasbani, "il presidente Meghnagi riesca a prendere il volo e a rientrare".
Walker Meghnagi, infatti, è a Tel Aviv da giovedì dove era arrivato con la moglie per far visita alla figlia più giovane che vive lì. "Torno con il cuore a pezzi, qui la situazione è drammatica, il numero dei morti aumenta, sono dei nazisti, dei barbari. E ho anche una nipote che risulta ancora dispersa, era al party nel deserto - ha raccontato ieri pomeriggio raggiunto al telefono mentre cercava un volo di ritorno per Milano -. Mia figlia vuole restare, lì è la sua vita, non scappa. Tel Aviv era una città così viva, ora è desolante, è un continuo via vai nei rifugi e un risuonare di sirene". Però, racconta, "ci sono anche 800 ragazzi che sono venuti qui espressamente per questa festa e che vogliono rientrare. Speriamo che la Farnesina, che si sta attivando, faciliti il più possibile questi rientri". Molte compagnie aeree hanno cancellato i collegamenti con Israele. Solo El Al è attiva, "i costi però sono alti". Quanto ai timori per la comunità in Italia, e in particolare a Milano, Walker Meghnagi si dice "non preoccupato, l’Italia è sempre stato il Paese europeo più sicuro. Mi preoccupa la guerra, sarà lunga e durissima. E spero che non venga meno la solidarietà nei confronti di Israele che ha il diritto di difendersi, di reagire". Intanto, ha rischiato di creare divisioni nella maggioranza di centrosinistra di Palazzo Marino l’ordine del giorno presentato dal consigliere del Pd Daniele Nahum che proponeva alla giunta di illuminare con la bandiera di Israele la facciata di Palazzo Marino.
Il capogruppo del Verdi Carlo Monguzzi, contrario alla proposta, aveva richiesto di esporre la bandiera della Pace.
Per il sindaco Sala la soluzione indicata è stata sin dall’inizio quella di esporre "la bandiera di Israele e anche quella della Pace, perché mi sembra giusto. Certamente da che parte stiamo noi è inequivocabile".
E alla fine, dopo un lungo dibattito fra le forze politiche, il Consiglio comunale ha approvato la mozione bipartisan e votato per la doppia bandiera, "per inserire di fianco alla bandiera israeliana quella della pace". Come suggerito dal sindaco Giuseppe Sala.
Grande soddisfazione è stata espressa dal consigliere Daniele Nahum: "Considero questo un ottimo risultato perché il Comune si è espresso a favore di Israele". Un messaggio, forte, di solidarietà.
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro