ROBERTO
Cronaca

Milano è in grado di rialzarsi Serve coraggio

Roberto

Rasia dal Polo*

Se c’è una città nel nostro bellissimo paese che è in grado di rialzarsi per prima, quella è Milano. Non si tratta di superbia meneghina o di malcelato senso di

superiorità. È un dato di fatto, corroborato dalla tradizionale voglia di fare milanese, mista a quel buonsenso cittadino di chi, alzandosi al mattino, vuole semplicemente andare a guadagnarsi onestamente il pane, senza prendere storte nei buchi dei marciapiedi, senza pagare tasse eccessive, utilizzando mezzi

di trasporto pubblico sicuri e puliti, o tornare a casa trovando parcheggio per la propria auto. Si tratta di azioni di buon governo che non presuppongono miracoli amministrativi. Eppure, gestire una città è davvero difficile, come dimostrano le recenti polemiche per gli affollamenti più che prevedibili sui Navigli nell’ultimo sabato sera giallo prima di diventare arancione, o ancora le infinite polemiche sulla mobilità cittadina (...) La città sta cambiando in modo progressivo e inarrestabile. Albert Einstein ci ricorda che “follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi” e su questo tema si giocherà la battaglia della ripresa: la capacità di adattamento. Per questo, ritengo che Milano abbia maggiori chances di riaffermarsi su un piano che non dovrà più essere soltanto nazionale, ma profondamente internazionale. Per riuscirci, però, necessita di coraggio, di voglia di nuovo, di guardare più lontano del proprio naso, senza nel contempo abbandonare il buonsenso. È inevitabile, per fare solo un esempio, che la mobilità del futuro sarà completamente diversa da quella attuale. Le sfide nel mondo automotive sono straordinarie e un intero comparto industriale le sta affrontando investendo miliardi di dollari. Ma ci vogliono anni di tempo e un periodo di transizione che non stressi i cittadini. Eliminare i parcheggi, senza chiedersi dove mettere le auto esistenti è un po’ come, improvvisamente, non usare il sapone per farsi la doccia perché inquina (...) Ripeto, infine, quanto scritto da queste colonne mesi fa: questo è il momento storico in cui chi guarda alla ripartenza farà la differenza rispetto a chi si tormenta nella caduta.

*Dirigente d’azienda

e giornalista