Milano, il piano segreto: una nuova società dei mezzi pubblici

Atm, A2A, Ferrovie e Hitachi insieme per investire nei trasporti di Milano, Monza, Lodi, Pavia e gestirli

Una recente  manifestazione dei tranvieri milanesi

Una recente manifestazione dei tranvieri milanesi

Milano, 31 maggio 2019 - Il trasporto pubblico di Milano, Monza, Pavia, Lodi e relative province potrebbe presto essere gestito da una società unica e di nuovissima costituzione. Una società senza precedenti nel panorama italiano della mobilità. Provvisorio o no, il nuovo player ha già un nome: «Milano Next». E si tratta di un nome noto almeno da qualche settimana sia al Comune di Milano sia all’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale di Milano, Monza, Lodi e Pavia perché è proprio a queste due istituzioni che Milano Next si è rivolta con una lettera datata 7 maggio 2019 per far conoscere le proprie intenzioni. C’è di più: se si scorre l’elenco dei partecipanti alla nuova società, si conclude che a Palazzo Marino non avevano bisogno di ricevere una lettera per apprenderne l’esistenza e gli obiettivi. «Milano Next» è, infatti, un raggruppamento di imprese della quale fanno parte anche Atm, l’azienda di trasporto controllata proprio dal Comune, e A2A, multiutility della quale il Comune detiene il 25%.

Difficile che Atm possa prodursi nella firma di una proposta di questo livello senza che l’esecutivo comunale ne sia al corrente. Basti pensare a tal proposito al carteggio, divenuto di pubblico dominio a marzo del 2017, tra il sindaco Giuseppe Sala e l’allora presidente di Atm, Bruno Rota, a proposito dell’ingresso delle Ferrovie dello Stato in M5 attraverso la controllata Bus Italia, specializzata nel trasporto su gomma. Pare quindi plausibile che la proposta datata 7 maggio 2019 incontri già il favore di Palazzo Marino. E non solo perché Atm non può partecipare a proposte di tale importanza senza l’ok del suo controllore ma anche perché Milano Next sembra proseguire lo stesso disegno iniziato con l’affaire M5: oltre ad Atm e A2A, ne fa parte anche Bus Italia. Sì, rieccola: la stessa società di cui sopra, la stessa società controllata dalle Ferrovie dello Stato, la stessa che, presto, potrebbe mettere mani e piedi sul trasporto pubblico milanese come già accaduto in Veneto, Umbria e Campania. Il timore a suo tempo espresso da Rota era dovuto proprio alla coincidenza tra la missione aziendale di Atm e quella di Bus Italia. La prima perderebbe quindi l’assoluta titolarità della gestione del servizio. Il raggruppamento Milano Next è composto in tutto da 6 imprese: oltre alle 3 già citate, ci sono Hitachi Rail STS Spa, Commscon Italia Srl e IGPDecaux. A2A vi partecipa attraverso A2A Smart City Spa, specializzata in sensori per la regolazione intelligente del traffico e del parcheggio ma anche in mobilità lenta. Hitachi Rail costruisce treni (ex AnsaldoBreda), Commscon Spa è specializzata in telecomunicazioni e banda larga, e IGPDecaux è leader nella comunicazione esterna e già oggi assegna gli spazi pubblicitari in stazioni e fermate dei mezzi Atm.

Ma qual è la proposta inviata al Comune di Milano e all’Agenzia del Trasporto locale? In quella lettera Milano Next si offre per «la realizzazione di un progetto relativo ad interventi e investimenti infrastrutturali in ambito mobilità, ambiente e sicurezza riguardanti – si badi – il territorio ricadente nel Bacino della Città Metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia» attraverso lo strumento del project financing. In un apposito capitolato sono elencati non solo i servizi che verrebbero resi ma anche la loro gestione. E la proposta si sviluppa su un arco temporale di 15 anni. Detto altrimenti: Milano Next assicurerebbe investimenti sulla rete e rileverebbe, di fatto, la gestione del trasporto pubblico locale per 15 anni anticipando i soldi che servono per gli interventi che si riterranno utili e rientrando via via dalla spesa attraverso le tariffe (ovvero biglietti singoli e abbonamenti) e le entrate extra-tariffarie.

Meglio sottolineare che il trasporto pubblico locale delle province considerate vale 1 miliardo di euro l’anno. A quel punto l’Agenzia si limiterebbe a fare da controllore e ad aggiornare il piano di bacino. Soprattutto, questa proposta di project financing sembra voler minimizzare il rischio che Atm perda la gara per la riassegnazione del trasporto pubblico locale che per legge si sarebbe dovuta indire entro questa estate e che sarà indetta, invece, entro l’estate 2020. Una gara dall’esito non scontato se è vero che il 3 maggio scorso è stata la società francese Ratp, la stessa che gestisce la metropolitana di Parigi, ad aggiudicarsi la gara da 3 miliardi indetta dalla Regione Toscana per il trasporto su gomma. Lo scenario che potrebbe prendere corpo qui a Milano è il seguente: la proposta di project financing potrebbe essere posta come base della gara per la riassegnazione del servizio del trasporto pubblico, quindi chiunque voglia concorrervi dovrà presentare un’offerta che per lo meno pareggi, in qualità e quantità, quella di Milano Next. Ma potrebbe non bastare. A Milano Next, in quanto propositore dell’offerta posta a base dell’asta, potrebbe essere concesso un “diritto di prelazione” che consentirebbe di pareggiare altre offerte e, una volta pareggiate, spuntarla sugli altri candidati e portarsi a casa il trasporto pubblico di Milano, Monza, Lodi, Pavia e province.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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