MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, dopo la messa tutti all’aperitivo

Alla Basilica di Sant’Ambrogio. I preti: così parliamo coi giovani

L'iniziativa "Urban catholics"

Milano, 28 maggio 2018 - «Ore 19 Santa Messa. Segue sosta non vietata nel portico di Ansperto. Talk and drink». L’invito è sotto forma di cartolina, uguale a quelle che si distribuiscono per le serate in discoteca o nei locali glam per chiacchiere e bevute post lavoro. Il luogo però è un altro: è il cortile della Basilica di Sant’Ambrogio, uno dei i monumenti simbolo di Milano. Grafica impeccabile, con fasci di luci viola e verdi. Al centro, l’hashtag «Urban catholics».

Cattolici metropolitani. Ebbene sì: l’aperitivo è diventato post messa. «L’aperi-messa», è stato battezzato così dai milanesi. La chiesa spalanca il portone, invita a sostare nel porticato, allestisce tavoli pieni di stuzzichini e bibite.  D’altronde, se l’obiettivo è accogliere e spronare all’incontro reciproco, non c’è una forma giusta o sbagliata: l’importante è riuscire a farlo. Quindi, ecco l’aperitivo in parrocchia. Anzi, l’aperi-messa. «Un prolungamento della messa – spiega il diacono Jacopo De Vecchi, che insieme al responsabile pastorale giovanile, don Luca Melchioretto, gestisce l’iniziativa –. Il nostro intento è far vivere la fede dentro la metropoli. Molti ragazzi frequentano la messa domenicale delle 19, quindi, anche in vista del Sinodo che avrà al centro il tema dei giovani, abbiamo voluto fare questo esperimento: invitarli a sostare anche dopo la funzione, a non “scappare”, inghiottiti dagli impegni. Si sa che i milanesi corrono...». L'esperimento è consistito in tre serate: la prima «per parlarsi», la seconda «per rivedersi», la terza «per incontrarsi». Con una triplice promessa: nessuna predica, nessuna conferenza, nessun relatore.

Ed è stato un successo: ogni volta, il porticato si è riempito di un centinaio di persone, soprattutto tra i 20 e i 35 anni. «Tanti altri, di qualsiasi età, sono entrati incuriositi. Per noi è stata una gioia. Ripeteremo l’inziativa», sottolinea l’abate-parroco di Sant’Ambrogio, monsignor Carlo Faccendini. L’ultima sera, poi, la pioggia è sembrata un regalo divino: «Le persone si sono trattenute di più sotto il porticato», aggiunge sorridendo.  Tra i partecipanti, pure il Coro interparrocchiale di Milano, composto da ragazzi, diretto da Dario La Fauci. «È stato un evento spontaneo, abbiamo voluto dare importanza al vivere quei momenti, più che alla loro pubblicizzazione. Tanto che non abbiamo neppure scattato fotografie», conclude De Vecchi.  E ora si pensa ai prossimi appuntamenti e alle prossime cartoline. L’unica raccomandazione è scritta a metà tra milanese e inglese: «Me racumandi. Save the date».