SIMONA BALLATORE
Cronaca

Medie Vivaio, il caso è chiuso. Ultimo atto del Consiglio di Stato: "Giusto l’iter per il trasloco"

I legali delle famiglie contrarie al trasferimento in D’Annunzio: "Sentenza mortificante". Scavuzzo: "Riconosciuta la cura del Comune, ora guardiamo al futuro e collaboriamo".

Medie Vivaio, il caso è chiuso. Ultimo atto del Consiglio di Stato: "Giusto l’iter per il trasloco"

Medie Vivaio, il caso è chiuso. Ultimo atto del Consiglio di Stato: "Giusto l’iter per il trasloco"

e Nicola Palma

Il Consiglio di Stato mette la parola fine sul “caso Vivaio“, ribaltando la sentenza del Tar che nel dicembre del 2022 aveva accolto il ricorso delle famiglie contro il trasloco in viale D’Annunzio, chiedendo al Comune di Milano di ripartire dall’istruttoria per valutare alternative adeguate. I magistrati della settima sezione, guidata dal presidente Roberto Chieppa, hanno dichiarato "improcedibile il ricorso di primo grado" ripercorrendo passo passo la vicenda, dall’esame comparativo delle due sedi ai sopralluoghi, fino all’incarico di consulenza ad un docente del Politecnico "conclusosi con la consegna di una perizia che accerta la piena idoneità della nuova sede a soddisfare le esigenze educativa della scuola, ma che ha segnalato anche rilevanti criticità e non-conformità alle norme sulla sicurezza e sull’accessibilità della vecchia sede". Nel frattempo si erano susseguite battaglie legali incrociate, sia al Tar che in Tribunale (con una causa civile per discriminazione), e il 15 giugno del 2023 si era dato il via al trasloco: l’edificio di viale d’Annunzio era stato consegnato il 17 luglio e la prima campanella a settembre era suonata lì, nonostante ancora mancasse l’ultimo atto, la sentenza del Consiglio di Stato, appunto. Che è "mortificante, discutibile e contraddittoria" secondo i legali di alcune delle famiglie ricorrenti, Domenico Barboni e Anna Nardone, che rimettono in fila le date e, in particolare, quelle indicate dal Comune per il trasferimento (prima 30 giugno 2022, poi 31 dicembre 2022), "a riprova del fatto che per l’Amministrazione il “procedimento” era concluso" al di là del "difetto originario di istruttoria evidenziato dal Tar, che aveva determinato l’inversione logica tra analisi delle esigenze e scelta della sede". "Non rimane che prendere atto di questa decisione definitiva e inappellabile, che accoglie tutte le false e fuorvianti rappresentazioni allegate dal Comune, dai noi puntualmente contestate in giudizio – chiudono gli avvocati – : la nostra richiesta era, semmai, che l’appello del Comune fosse dichiarato improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse, visto che - come riconosciuto dal Consiglio di Stato nella sua ordinanza del 14 aprile 2023 - ormai il Comune stesso aveva compiutamente eseguito la sentenza".

Cerca di voltare pagina il Comune di Milano, con la vicesindaco Anna Scavuzzo: "Siamo soddisfatti rispetto alla ricostruzione dell’iter seguito – commenta – e credo che il Consiglio di Stato evidenzi come ci sia stata da parte dell’Amministrazione la giusta cura per un procedimento e un’attività che, passo dopo passo, ha accompagnato il rapporto con la comunità scolastica. Non c’è stata alcuna malagestione né accanimento in questo percorso".

Le lezioni continuano nella nuova sede di viale D’Annunzio, "ma manteniamo l’attenzione rispetto alle richieste che ci sono, a modifiche in itinere e a progetti ad hoc negli spazi che sono stati messi a disposizione", ribadisce la vicesindaco, auspicando nuovi momenti di confronto e incontro: "Ci siamo lasciati alle spalle un momento di fatica, ora con la comunità scolastica guardiamo al futuro e ci apriamo a nuove forme di collaborazione, attività ed esperienze". Mentre si lavora per migliorare gli spazi esterni, resta il sogno di una verticalizzazione dell’esperienza che, dalla scuola media musicale, si estenda alle superiori. "Gli spazi ci sono anche se sono decisioni che competono all’ufficio scolastico", conclude Scavuzzo.