
L’assessore al Welfare di Regione Lombardia, 75 anni
Milano – “Quando il lunedì mattina i medici di famiglia accendono il computer, spessissimo trovano il sistema che non funziona. Abbiamo fatto un’analisi”, e metà degli “incidenti“ segnalati nel 2023 (181) e nel 2025 (73 fino ad aprile) sono accaduti di lunedì o martedì (nel 2024, 188 disservizi, c’è stato un picco di giovedì). Il sistema recalcitrante è il Siss, la piattaforma che serve ai medici di base per ricette o certificati di malattia, e “non ci vuole un epidemiologo per capire che è un problema di manutenzione: vuol dire che nel weekend nessuno la fa”, pardon, faceva: “Da qualche settimana i mmg non mi scrivono più di lunedì alle 9.30, stiamo vedendo dei risultati”, spiega l’assessore al Welfare Guido Bertolaso alla Commissione Bilancio del Pirellone.
Relazionava, ieri, sul famoso dossier nel quale a fine marzo ha squadernato le “criticità” della società in house Aria, gestrice del famigerato Siss nonché di tutti i sistemi informatici, della centrale acquisti e della progettazione edilizia di Regione Lombardia, essendo nata nel 2020 dalla fusione tra la maroniana Arca, la formigoniana Ilspa (Infrastrutture lombarde) e Lombardia informatica o Lispa (classe 1981). Il bilancio di Aria, 524 milioni l’anno scorso, proviene per il 65% dal Welfare di Bertolaso i cui rilievi – ritardi nelle gare d’appalto per l’edilizia ospedaliera, scarsa collaborazione con le Asst e pasticci nelle forniture, altri pasticci nei servizi informatici che si bevono 265 milioni di fondo sanitario lombardo - avevano innescato l’ennesimo scontro con FdI, di cui la spa è considerata feudo.
Tre mesi dopo, il processo di pace pare consolidarsi intorno a una riforma di Aria “entro fine anno”. Bertolaso, pur ricordando quel problemino di manutenzione nei weekend (“Incredibile e inaccettabile”, commenta il consigliere del Pd Carlo Borghetti) e che gli tocca ancora confrontarsi con “alcuni tecnici” rimasti saldi in sella dopo il disastro del sistema di prenotazione dei vaccini antiCovid per gli ultraottantenni nel 2021, assicura che in attesa della proposta di riorganizzazione interna della società che il Politecnico dovrebbe consegnare a fine mese “stiamo collaborando, non abbiamo nessuna intenzione di chiedere limitazioni o chiusure di questa struttura che per noi è essenziale”.
Il capogruppo di FdI Christian Garavaglia intanto assicura: “Non esiste alcun freno politico, solo la volontà di lavorare insieme” per superare criticità “di natura strettamente tecnica e burocratica”, e il collega di partito Pietro Macconi arriva ad aprire a un “riscorporo” delle tre partecipate. Il “papà” della loro fusione in Aria è il presidente leghista della Commissione Bilancio, allora assessore, Davide Caparini, ricorda perfidamente il dem Pietro Bussolati. E sente il bisogno di rassicurare - “Non è un processo” - i direttori di Centrale acquisti, Lavori e Servizi (è assente il dg Lorenzo Gubian, il presidente Marco Ambrosini si palesa per un breve collegamento), sul banco a difendere la società che ha raddoppiato la produzione dai 240 milioni del 2020 mentre calava del 12% il personale, da 562 a 495 dipendenti, età media over 50 “e solo 5 under 35” a combattere dal lunedì al venerdì contro burocrazia, ricorsi al Tar, fallimenti di appaltatrici, rincari (causa ritardi) dei cantieri.
Per un cantiere in ritardo è Bertolaso ad assolvere Aria. Informatico: il Cup unico potrebbe raggiungere l’intera provincia di Brescia inclusa la privata Poliambulanza, forse, “entro l’estate. Il problema lì è che stiamo creando qualcosa di mai realizzato prima, almeno in Italia”. “Il Cup unico non ci sarà entro fine legislatura”, pronostica il capogruppo dem Pierfrancesco Majorino. Bussolati e il capogruppo M5S Nicola Di Marco si dicono preoccupati: “Bertolaso ammette i fallimenti di una società controllata da Regione ma non è in grado di cambiarla”.