BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Vimodrone, se ne va un altro medico di famiglia. Il sindaco: "La situazione è intollerabile”

Dario Veneroni scrive ad Ats: "In gioco c’è il diritto alla salute. La situazione è critica, anche perché sono i fragili e i più anziani ad avere più bisogno”

Il primo cittadino Dario Veneroni scrive ad Ats

Vimodrone (Milano) – Un altro medico di famiglia lascia a Vimodrone, "così 750 pazienti saranno scoperti a fine mese e dovranno sottoporsi a complicate trasferte nei comuni vicini per curarsi con tutti i problemi che comporta". Il sindaco Dario Veneroni scrive ad Ats dopo l’ultimo pensionamento: "Ancora una volta tocca alle famiglie sobbarcarsi il peso e i disagi di un’organizzazione che da tempo ha mostrato tutti i propri limiti. Sono pronto a sostenere i malati in tutte le sedi che riterranno opportune per far sentire la loro voce". In gioco c’è il diritto alla salute "garantito dalla Costituzione. La situazione reale è ancora più critica se si pensa che sono fragili e anziani ad avere più bisogno del servizio: 4mila persone in città".

"Il numero di chi si ritrova a fare i conti con il turn-over dei camici da quando è cominciata la carenza è altissimo. Questo è solo l’ultimo episodio, una parte degli iscritti sarà assorbita da un tirocinante, ma non può avere più di mille utenti e ci sono anche 150 ricongiungimenti familiari. La situazione non è più tollerabile. Mi aspetto risposte e azioni concrete dalle autorità sanitarie. Ho già protestato quando ci è stata tagliata la guardia medica, ma adesso secondo i piani della Regione dovremmo avere tre nuovi dottori e invece continuiamo a perderne".

Quello del sindaco "è un invito a intervenire immediatamente, non possiamo andare avanti così". Veneroni combatte da due anni "contro i tagli. Abbiamo perso la continuità assistenziale e nel week-end e la sera siamo sguarniti. Mentre è stata respinta la nostra Casa della comunità con Segrate, si parla tanto di ricucire la rete dei servizi sul territorio, ma la realtà è un’altra".

"Molti vimodronesi non hanno la possibilità di curarsi, nella mia veste di responsabile sanitario chiedo alla Regione un intervento rapido e definitivo. Il problema è rimasto irrisolto nonostante i ripetuti appelli in arrivo dal territorio. Insieme ai 68 sindaci dell’hinterland avevamo scritto al Pirellone denunciando i rischi legati a questa situazione. Ma siamo al punto di partenza. Mi rendo conto della complessità della materia, ma bisogna che altrove capiscano le difficoltà in cui versano migliaia di persone".