REDAZIONE MILANO

Medici di base Altri otto milioni per gli incentivi

Sono otto milioni di euro e "si aggiungono ai 12 dello scorso anno", precisano da Palazzo Lombardia che ieri ha deliberato il finanziamento della preintesa sull’accordo integrativo regionale 2023 per la medicina generale. L’obiettivo è potenziare il ruolo dei medici di base nella medicina territoriale, e se sono confermati 1,8 milioni di incentivi a coloro che prendono servizio nelle aree "disagiate e disagiatissime", il resto serve "a dare piena operatività" alle Aft o Aggregazioni funzionali territoriali "introdotte dal nuovo accordo". Un "passaggio indispensabile - sottolinea l’assessore al Welfare Guido Bertolaso - per far funzionare veramente la medicina del territorio", "migliorare le cure, contribuire a decongestionare i Pronto soccorso e dare vita a Case e Ospedali di Comunità", l’architrave della nuova sanità territoriale disegnata dal Pnrr e declinata nell’ultima riforma lombarda.

Le Aft, descritte nell’accordo collettivo nazionale 2016-2018, sono organizzazioni di medici delle cure primarie integrate nel modello regionale di presa in carico dei pazienti, e devono lavorare in sinergia con le Case di comunità, i team multiprofessionali che si trovano al loro interno e partecipare a programmi di salute specifici. "Attraverso le Aft - spiega ancora Bertolaso – i medici di medicina generale possono, all’interno del Distretto dell’Asst, lavorare in rete con gli specialisti, contare su personale amministrativo e infermieristico e utilizzare la telemedicina e il telemonitoraggio". Una parte di incentivi è destinata al raggiungimento di obiettivi di salute e a garantire continuità dell’assistenza e "contattabilità": "Ad esempio consentire la presenza di almeno un medico dell’Aggregazione al sabato, o al paziente di uno degli aggregati di essere ricevuto" da un collega "quando il suo è indisponibile". Tutti i medici dell’Aft, spiegano ancora dalla Regione, devono contribuire "in proprio o per delega" ad attività nel loro ambito di riferimento, come le vaccinazioni, anche domiciliari, gli screening, test diagnostici anche via telemedicina, attivazione dell’Assistenza domiciliare integrata "che può essere riorganizzata con strumenti di teleassistenza e telemonitoraggio, anche con utilizzo di personale infermieristico". Gi. Bo.