
Il vice presidente di Mediaset, Pier Silvio Berlsuconi (Ansa)
Milano, 20 gennaio 2016 - Il 17 marzo arriverà la sentenza del processo d'appello Mediatrade a carico di Pier Silvio Berlusconi, di Fedele Confalonieri e altre sette persone, tra cui il produttore statunitense Frank Agrama, che erano state tutte assolte in primo grado nel luglio del 2014. Per quella data, i giudici della seconda sezione d'Appello hanno previsto la camera di consiglio, mentre nelle udienze fissate per l'8 e il 10 marzo verra' dato spazio ad accusa, difese e parte civile. A rappresentare l'accusa c'e' anche il pm del primo grado Fabio De Pasquale che oggi in aula ha ritrovato lo 'storico' rivale di tanti processi a Silvio Berlusconi, Niccolo' Ghedini, che qui difende il figlio dell'ex premier.
L'udienza di oggi e' stata dedicata alla lettura da parte del giudice relatore della sintesi del procedimento fino alla sentenza con cui l'8 luglio 2014 il Tribunale di Milano avevano assolto "perche' il fatto non costituisce reato" Pier Silvio Berlusconi, ai tempi presidente di Rti-Mediatrade, e Fedele Confalonieri, cosi' come il produttore statunitense Frank Agrama, gli ex manager del gruppo Daniele Lorenzano, Gabriella Ballabio (oggi unica imputata presente in aula) e Giorgio Dal Negro dall'accusa di aver frodato il fisco per circa 8 milioni di euro in relazione al bilancio consolidato di Mediaset per tre anni (2006-2007-2008). Secondo i pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, pero', come si legge nel ricorso, "Pier Silvio Berlusconi era a conoscenza che i diritti tv intermediati da Agrama fossero acquistati a prezzi gonfiati" e malgrado cio' "ha deliberatamente mantenuto gli ammortamenti derivati da detti costi nelle dichiarazioni di Rti e quindi di Mediaset". Nel procedimento originariamente era indagato anche Silvio Berlusconi che e' stato prosciolto in fase di udienza preliminare. Assoluzione confermata anche in Cassazione.