
di Massimiliano Mingoia
In un lungo post su Facebook annuncia che non si ricandiderà alle elezioni comunali, fa un bilancio da capogruppo di Sel durante l’era Pisapia e da delegato alle Periferie del sindaco Giuseppe Sala e gli scappa anche una frecciatina sulla lista del primo cittadino ("Adesso vanno di moda i giovani"). Mirko Mazzali, avvocato, da dieci anni si dedica alla politica, negli ultimi cinque anche nel Municipio 1.
Mazzali, perché ha deciso di non ricandidarsi?
"È finita un’epoca, partita dieci anni fa con Pisapia e il movimento arancione. Adesso c’è tutto un altro mondo e io non mi ritengo un uomo per tutte le stagioni. Un bilancio? Sono soddisfatto di quello che ho fatto, con tutti i limiti del caso, anche perché non ho mai avuto ruoli amministrativi. Come capogruppo di Sel in Consiglio comunale ho ottenuto il garante delle persone ristrette, in collaborazione con Bertolè. Invece ho perso sulla questione del Leoncavallo".
E come delegato del sindaco Sala sulle periferie?
"Ho contribuito al Piano Periferie e ricordo con piacere la manifestazione su Frida Kahlo nella piazza senza nome al Gratosoglio. Ci ho lavorato insieme a Barbieri di Confcommercio. È un’esperienza che rifarei".
Il sindaco di recente è tornato a parlare di periferie sottolineando che il lavoro è stato avviato ma sulla velocità di realizzazione delle opere si può fare di più.
"Sulla programmazione dei lavori è stato fatto tanto. In certi casi si poteva accelerare, ma poi è arrivata la pandemia a bloccare tante opere".
Lei consiglierebbe a Sala, in caso di bis, di nominare un nuovo delegato alle periferie?
"Una figura come il delegato alle periferie, in futuro, non ha più senso. O si dà l’incarico a una persona con poteri decisionali ed economici o diventa complicato svolgere il ruolo. Il motivo è semplice: il delegato può individuare delle priorità per i quartieri, ma poi sono gli assessori a dover realizzare i progetti".
E un assessore alle Periferie?
"Non serve un assessore ad hoc, c’è già un Piano Quartieri e la funzione di sollecitare la realizzazione dei progetti la svolge ottimamente il direttore generale del Comune Christian Malangone. Bisogna completare il lavoro avviato, tenendo in considerazione un fatto: nelle periferie si possono riqualificare le piazze, realizzare nuovi servizi e prevedere luoghi di aggregazione, ma in quei quartieri ci sono tanti disoccupati. Questi problemi si possono risolvere creando posti di lavoro, servono risorse e dunque l’aiuto del Governo".
Alle Comunali aiuterà Anita Pirovano e Simone Zambelli, candidati nella lista Sala?
"Darò il mio contributo perché la città non venga riconsegnata alle destre. Mi batterò perché rivinca Sala, che è un ottimo sindaco, e darò una mano a quei due amici che provengono dalla mia area politica. Insieme abbiamo deciso di non aderire né al Pd né alla lista di Limonta".
In caso di secondo mandato di Sala, lei sarebbe disponibile per un ruolo amministrativo? Assessore o altro?
"Io ho già un lavoro che mi piace molto, faccio l’avvocato. Se dovessi ragionare su un mio impegno futuro per Milano, resto convinto che si debba lavorare ancora molto sul funzionamento dei Municipi: per ora hanno pochi soldi e poco potere, ma ci mettono la faccia".