Massaua, sparita una prima 12 bimbi da "dirottare"

Doccia fredda dopo l’iscrizione confermata a gennaio: resta una classe da 26. Genitori sul piede di guerra: scelta per il metodo Pizzigoni, no al sorteggio

Migration

di Simona Ballatore

Sulla carta, a gennaio, erano in 38: due prime da 19. A maggio la doccia fredda: la scuola Massaua perde una classe. Ventisei resteranno lì, tra i quali un bimbo con gravi disabilità; gli altri 12 saranno dirottati alla primaria Scrosati, che quindi formerà tre prime da 2324 bambini ciascuna. Ma non ci stanno i genitori, che promettono battaglia e confidano in un dietrofront del provveditorato. "Ho una bimba che dovrà cominciare la prima – racconta una mamma –, l’ho scelta per il metodo sperimentale Pizzigoni. Avevo ricevuto la mail di conferma dal ministero. E ora? Estrarranno a sorte i nomi di chi sarà escluso? Assurdo. E ormai è tardi per cercarsi un’alternativa". Nonostante attualmente la scolaresca di Massaua si trovi suddivisa negli edifici di Cardarelli e Scrosati, molte famiglie avevano iscritto i propri figli alla Massaua per dare fiducia al progetto di rilancio della scuola dopo l’odissea cantieri, con la chiusura improvvisa dell’edificio dichiarato inagibile nel mese di luglio del 2021, e in vista della costruzione di una scuola nuova in via Strozzi, attesa da quasi 9 anni. Non volevano sparisse un tassello importante del quartiere. "Abbiamo costruito questa progettualità in un anno straordinario, con sforzi incredibili, e i numeri ci davano ragione – ricorda amareggiato il dirigente scolastico, Manfredo Tortoreto – le due classi da 19 sono legittime, eravamo praticamente sicuri di averle, e invece è arrivata questa terribile sorpresa. Ho pensato a un errore. È irragionevole e poco lungimirante: ci stanno “uccidendo“ sulla carta invece di premiarci per avere vinto una corsa".

Tra i nodi al pettine - oltre alle classi da formare a Milano, che devono fare i conti con il calo demografico e l’organico - c’è quello del tempo pieno. "Mi avevano proposto come alternativa una classe a orario tradizionale – continua il preside –. Ma il tempo pieno a Milano non è un capriccio, è una necessità sociale, soprattutto in un quartiere come il nostro. Non si può affrontare tutto con un approccio aritmetico-burocratico". Le famiglie però non si arrendono, pronte a difendere la “loro“ scuola: "Salviamo la Massaua".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro