REDAZIONE MILANO

Mascherine che proteggono come fosse un gioco

Inventate per i bambini da una designer e un calzificio Areu ne regala duemila ai soccorritori in prima linea

Hanno sopra disegni di animali, sembrano travestimenti da supereroi, e però sono dispositivi di protezione validati e certificati a tutti gli effetti. Duemila mascherine speciali, pensate per le persone per le quali nelle settimane clou dell’emergenza era ancor più difficile che per gli altri trovare una mascherina che non coprisse loro tutta la faccia. Per i bambini, insomma.

Queste mascherine sono un regalo che l’Areu - l’Azienda regionale emergenza-urgenza, il 118 lombardo insomma – consegnerà nei prossimi giorni a tutti i suoi dipendenti: medici, infermieri, personale tecnico, e a tutte le persone che sono stati in prima linea contro l’epidemia del Covid-19.

L’iniziativa si è potuta fare grazie a un imprenditore, Gianpaolo Torri, titolare del calzificio San Giacomo di Brescia, che ha donato le mascherine, e a Francesca Tenchini, una mamma e progettista milanese: "Osservando l’esperienza diretta come mamma e avendo alle spalle più di 15 anni di lavoro nel mondo dell’educazione - riflette Tenchini –, ho pensato che soprattutto i più piccoli non capiranno bene come e perché ci si debba tutti schermare, e magari opporranno qualche resistenza dovendo indossare la mascherina. Immaginare tutto come un gioco può essere un modo per superare questa difficoltà. Le mascherine con i loro disegni aiutano inoltre a creare e raccontare storie. E le storie, le metafore, aiutano adulti e bambini a comprendere e comunicare".

La linea si compone di otto modelli, con otto diversi disegni, non stampati ma cuciti in filato, e si tratta di disegni che aiuteranno bambini e adulti a posizionare correttamente sul volto il dispositivo.